Caos a Piazza San Carlo: fermato uno dei sospettati

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La Procura di Torino ha emanato un decreto di fermo per Sohaib Bouimadaghen, uno dei sospettati per il caos di Piazza Sana Carlo che causò la morte di una donna e 1.500 feriti, tra cui una donna rimasta paralizzata.

Secondo la Procura la mancanza di “misure idonee a salvaguardare l’ordinato svolgimento dell’evento”, lo scorso 3 giugno in occasione della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid, seguita sui maxischermi, ha contribuito all’esito ‘infausto’ del ‘panico collettivo’ causato fra la folla da un tentativo di rapina con lo spray urticante messa a segno da un gruppo di rapinatori.

Il documento, firmato dai pm Vincenzo Pacileo, Antonio Rinaudo, Paolo Scafi e Roberto Sparagna, oltre a una ricostruzione completa dei fatti contiene dei cenni sulle omissioni nella gestione dell’evento, oggetto di un secondo procedimento sfociato nell’invio di quindici avvisi di conclusione delle indagini.

Fra i destinatari del provvedimento figurano il sindaco Chiara Appendino, il suo ex capo di gabinetto Paolo Giordana, l’allora questore Angelo Sanna, funzionari della questura e di Palazzo Civico, i responsabili di Turismo Torino, la partecipata del Comune che organizzò la proiezione su maxischermi. “La moltitudine di individui – scrive infatti ancora la Procura – avrebbe potuto allontanarsi in pochi minuti”.

I magistrati annotano che per “sicurezza” si dovevano intendere “misure atte a controllare che sulla piazza non fossero portati strumenti atti a ledere, come le bottiglie di vetro, nonché misure idonee a garantire un rapido deflusso delle persone in presenza di eventi perturbatori quali un attentato terroristico, la condotta di uno psicopatico, malori, panico”.

La rapina e le “omissioni” risultano dunque “strettamente connessi” nelle analisi dei pm, secondo i quali in pratica, “il comportamento degli addetti allo svolgimento ordinato della manifestazione e alla sicurezza degli spettatori è da qualificarsi come colposo”, mentre la condotta dei rapinatori è stata dolosa perché finalizzata “a creare una situazione di panico”.