Cenone di Capodanno, in aumento i prezzi. A Natale spesi 920 milioni di euro per pesce, carni e salumi

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Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori si assiste ad un balzo dei prezzi del cenone di Capodanno verso l’alto. Per il “menu classico” si spenderanno 56,70 euro a persona, un incremento di +9% rispetto all’anno scorso. Gli aumenti riguardano soprattutto il pesce, la frutta e i dolci ma aumentano anche i prodotti surgelati.

Federconsumatori consiglia di approfittare delle tante offerte e promozioni proposte in questi giorni dagli esercizi commerciali e di rivolgersi ai punti di vendita diretta, dove è possibile acquistare prodotti di qualità ad un prezzo più accessibile. Secondo poi l’associazione di categoria circa il 32,3% degli italiani ordinerà piatti pronti presso servizi di catering e ristorazione, una tendenza sempre più in crescita.

Per quanto riguarda questo Natale, tra cibo e bevande, gli italiani hanno speso 2,8 miliardi. Lo rileva Coldiretti secondo cui sono stati preferiti i prodotti della tradizione e di origine nazionale anche se è diminuito il tempo trascorso ai fornelli per cucinarli. Quasi nove cittadini su dieci hanno scelto di passare il Natale in casa propria o in quella di parenti e amici, mentre il resto, circa 4,5 milioni di italiani, si è diviso tra ristoranti, agriturismi o altre soluzioni dell’ultim’ora.

Lo spumante si conferma un prodotto imprescindibile sull’83% delle tavole, assieme alla frutta locale di stagione, scelta dall’88% degli intervistati. Il panettone, con il 77%, supera largamente il pandoro, fermo al 55%, ma ben il 56% ha optato anche per i dolci tradizionali locali. La maggior parte delle famiglie si è indirizzata comunque verso un menù a base di prodotti e ingredienti nazionali, con una spesa complessiva stimata dalla Coldiretti in 920 milioni di euro per pesce, carni e salumi, 600 milioni di euro per spumante, vino e altre bevande, 300 milioni per i dolci, tra cui panettone, pandoro e prodotti da panetteria. Inoltre, si stima una spesa di 580 milioni di euro per ortaggi, conserve, frutta fresca e secca, 200 milioni per pasta e pane, e altrettanti per formaggi e uova.