Contagi in risalita: si va verso la terza dose per tutti

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Il ministro della Salute, Roberto Speranza, dichiara: “Non abbiamo alcun problema di scorte, le dosi ci sono e siamo in grado di assicurare la terza a tutti”. Speranza ha invitato quindi tutti gli over 60 per i quali siano passati almeno 6 mesi dal completamento del ciclo a fare la terza dose. Intanto secondo l’ultimo report del ministero della Salute si registrano 4.054 contagi a fronte di 639.745 tamponi processati. 48 i decessi; il tasso di positività è allo 0,6%.


Intanto l’Agenzia europea del farmaco, dopo Pfizer, ha autorizzato anche l’uso di Moderna per il terzo richiamo. Per J&J la risposta degli anticorpi – dicono – è robusta per 8 mesi.

Il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro rende noto che estendere la terza dose a tutta la popolazione è uno scenario verosimile. Di fronte alla risalita dei contagi, prende dunque sempre più corpo l’ipotesi di un richiamo, come confermato anche dal presidente del Cs, Franco Locatelli: “C’è un sistema di prenotazione disponibile per gli over 60, poi c’è la possibilità, che nel tempo considereremo, anche per i più giovani”.

A ricevere oggi la terza dose è stato anche il premio Nobel per la Fisica di quest’anno Giorgio Parisi.  “E’ fondamentale perché riduce ulteriormente la probabilità di prendere la malattia in forma sintomatica e grave”, ha detto il fisico. Per Parisi è abbastanza chiaro che siamo in una situazione molto buona per via delle vaccinazioni ed è molto ragionevole – ha aggiunto – che tutti coloro sopra i 60 anni facciano la terza dose, così come tutti coloro che sono esposti a contatti. E’ fondamentale per le persone che sono particolarmente a rischio sia per quanto riguarda l’età che per altre patologie, e quindi io la faccio volentieri perché rafforza enormemente le difese delle prime due dosi, che pur essendo sostanziali stanno un po’ diminuendo con il passare del tempo”.

L’azienda farmaceutica tedesca BioNTech ha intanto annunciato oggi che l’anno prossimo intende costruire in Africa un impianto per la produzione delle dosi. Attualmente solo l’1 per cento dei vaccini usati in Africa sono prodotti nel continente.