Covid, monitoraggio Iss: “Rt scende sotto 1”. Caso Lombardia, Fontana: “Bugie da Roma”

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

Dopo 5 settimane di crescita frena la salita dell’indice Rt in Italia. “Nel periodo dal 30 dicembre 2020 al 12 gennaio 2021, l’Rt medio è stato pari a 0,97, in diminuzione dopo 5 settimane di crescita”. Lo evidenzia la bozza del report settimanale del monitoraggio della Cabina di regia Istituto superiore di sanità-ministero della Salute.

Si osserva una “diminuzione del rischio di una epidemia non controllata e non gestibile nel Paese dovuta principalmente ad una diminuzione della probabilità di trasmissione di SARS-CoV-2 ma in un contesto in cui l’impatto sui servizi assistenziali rimane alto nella maggior parte delle Regioni/PPAA”.

Sono 12 le Regioni/Province autonome che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica (stesso numero della settimana precedente). Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale, invece, è sceso sotto la soglia critica (30%).

“Complessivamente – si legge ancora nel documento – sono quattro le Regioni e Province autonome con una classificazione di rischio alto (erano 11 la settimana precedente): Sicilia, Sardegna, Umbria e Provincia autonoma di Bolzano. Sono 11 con rischio moderato (Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Pa di Trento, Puglia, Valle d’Aosta, Puglia e Veneto) e 6 con rischio basso (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Liguria e Toscana)” secondo con i dati relativi alla settimana dall’11 gennaio al 17 gennaio. “Sicilia e Puglia hanno un Rt puntuale maggiore di 1 anche nel limite inferiore, compatibile quindi con uno scenario di tipo 2. Le altre hanno un Rt puntuale compatibili con uno scenario tipo 1″, conclude il report.

L’Umbria e la Provincia Autonoma di Bolzano sono state classificate a rischio Alto per la terza settimana consecutiva; “questo prevede specifiche misure da adottare a livello provinciale e regionale”.

“Per la prima volta dopo 5 settimane di ascesa, l’indice Rt tende a diminuire e si fissa poco sotto 1”, così il direttore Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza che aggiunge: “Ciò vuol dire che le misure di contenimento e di restrizione hanno funzionato e che bisogna continuare a tenere dei comportamenti prudenti tanto più che siamo nel corso di una campagna di vaccinazione ed è bene non sovraccaricare le strutture sanitarie”.

Scoppia intanto il caso Lombardia tra il governatore Attilio Fontana e il ministero della Salute sui dati che hanno portato la Regione in zona rossa. Fontana chiede il ritorno in fascia arancione, citando i dati all’esame della Cabina di regia. “Abbiamo sempre fornito informazioni corrette. A Roma devono smetterla di calunniare la Lombardia per coprire le proprie mancanze”, attacca. A stretto giro arriva la replica del ministero: “Lombardia in zona rossa in base ai dati che la Regione ha inviato la scorsa settimana e che nelle ultime ore ha rettificato”.