Il presidente Mattarella alle Fosse Ardeatine. A 77 anni dalla più grande strage di ebrei in Italia

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Era il 24 marzo del 1944 quando come rappresaglia dell’attentato partigiano di via Rasella, in cui morirono 33 tedeschi, i nazisti rastrellarono 335 civili e militari italiani: tra loro c’erano prigionieri politici, ebrei o detenuti comuni, che vennero freddati con un colpo alla nuca e i loro corpi occultati nelle cave di pozzolana sulla via Ardeatina a Roma. E’ stato il più grande eccidio di ebrei compiuto in Italia durante l’Olocausto, quando nel nostro Paese molte persone erano detenute per motivi razziali. Nel dopoguerra questo luogo divenne simbolo dell’occupazione tedesca di Roma.

Quella di quest’anno è stata l’ultima volta che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è recato alle Fosse Ardeatine per rendere omaggio alle vittime, un appuntamento a cui il capo dello Stato tiene molto dato che la visita alla lapide in onore delle 335 persone uccise nel ’44 è stato il suo primo atto dopo l’ascesa al Quirinale nel 2015. Ogni anno infatti il Presidente ha deposto una corona di fiori con il tricolore a piedi del memoriale, tranne lo scorso 2020 quando l’Italia intera era sotto la morsa del lockdown, e in quell’occasione Mattarella aveva dichiarato: “L’eccidio delle Ardeatine ha costituito una delle pagine più dolorose della storia recente del nostro Paese. I valori del rispetto della vita e della solidarietà che ci sorreggono in questo periodo, segnato da una grave emergenza sanitaria, rafforzano il dovere di rendere omaggio a quei morti. Quest’anno, con grande rammarico, non sarà possibile incontrarsi, per ascoltare, insieme alle loro famiglie e con sempre uguale commozione, i nomi dei martiri”.

In una nota la presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello, scrive: “Oggi ricordiamo la strage delle Fosse Ardeatine, simbolo della brutalità dell’occupazione nazista di Roma. Anche quest’anno non potremmo riunirci in cerimonie commemorative, ma la giornata di oggi, che segna una pagina dolorosa e drammatica nella storia del nostro Paese, impone una riflessione sull’importanza della libertà e della salvaguardia della nostra democrazia. Questi valori devono essere preservati come un bene inestimabile e mai dati per scontati, soprattutto in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo”.

Parole di cordoglio arrivano dalle diverse fila della politica: il presidente della Regione Lazio Zingaretti su facebook ha scritto: “Non dimentichiamo l’eccidio delle Fosse Ardeatine, 77 anni fa. Sicuramente una delle pagine più buie della nostra storia. 335 vittime innocenti che pagarono con la vita l’odio e la rappresaglia nazista. Oggi, a causa della pandemia, non saremo presenti alla cerimonia. Spero che presto si possa tornare a visitare il mausoleo, un luogo di memoria che rappresenta un monito e una pilastro su cui la nostra democrazia si fonda”. Su Twitter la presidente del Senato Elisabetta Casellati ha scritto: “La memoria delle Fosse Ardeatine, un crimine orribile, dettato dall’odio e dalla vendetta, rafforza in tutti noi il ripudio per ogni forma di violenza”. Il presidente della Camera Roberto Fico ha dichiarato: “Ancora oggi, a distanza di settantasette anni dell’orrendo massacro di innocenti, il ricordo dell’eccidio delle Fosse Ardeatine suscita in tutti noi orrore e sgomento. E ci richiama a ripudiare ogni forma di violenza e di intolleranza e ad apprezzare pienamente e a difendere i valori della libertà, della giustizia e dello stato di diritto cui è ispirata la nostra Costituzione. È quindi una necessità civica, oltre che un dovere morale, ricordare come pagine tragiche come questa abbiano segnato la nostra storia. E coltivarne la memoria affinché sia sempre alta l’attenzione contro il pericolo di nuove e sempre possibili degenerazioni violente e autoritarie. L’esperienza ci insegna, infatti, che libertà, eguaglianza e giustizia non sono acquisite per sempre e vanno difese e promosse ogni giorno”.