Lancia la figlia dal viadotto e si suicida. L’uomo “non aveva problemi psichici”

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Secondo quanto è emerso finora dagli accertamenti, Fausto Filippone, l’uomo che ha lanciato la figlia dal viadotto dell’A14 e poi dopo 7 ore si è suicidato, non aveva problemi psichici. Questi aggiornamenti sono stati descritti in conferenza stampa dal questore di Chieti Raffaele Palumbo che si è avvalso anche della testimonianza di conoscenti e colleghi che descrivono l’uomo come persona estremamente riservata e silenziosa.

Sarà compito degli investigatori ora fare luce sugli aspetti ancora non chiari della vicenda conclusa con il suicidio di Filippone e preceduta dalla morte della moglie, Marina Angrilli, precipitata dal balcone al secondo piano dell’abitazione di Chieti, e della figlia Ludovica, da lui lanciata nel vuoto dopo averla presa dagli zii materni che vivono a Pescara nella stessa palazzina della nonna.

In merito alla morte di Ludovica, 11 anni, i poliziotti che per primi erano giunti sul posto hanno raccontato: “era seduta sul parapetto col padre, poi l’uomo la spinta giù: è caduta per 40 metri senza un urlo”. Il padre, Fausto Filippone, in quel momento aveva deciso di uccidersi. E’ il parere del negoziatore che per 7 ore ha provato a salvarlo: “Cercava solo il coraggio di buttarsi, poi l’ha trovato”.

E’ ancora avvolta nel mistero tutta questa follia. C’è il bigliettino con i nomi gettato dal papà omicida, che sarà analizzato attentamente. Come saranno sottoposti al vaglio tutti i pc e dispositivi elettronici della famiglia. “Filippone ha detto che era un uomo felice e aveva una vita serena, poi qualcosa è cambiato 15 mesi fa quando ha avuto un forte trauma”, questo ha detto Filippone ai due mediatori. Senza aggiungere altro. Si è parlato della morte della madre del manmager, avvenuta però pochi mesi fa. Tante domande ancora senza risposta.

Quello che sembra emergere ancora è un piano architettato sotto ogni dettaglio. Compresa la morte di Marina Angrilli, moglie di Filippone. Con la scusa di comprare una lavatrice per l’appartamento che la coppia affittava a degli studenti, l’omicida ha convinto la moglie ad accompagnarlo a Chieti. E una volta lì, la caduta dal balcone. Quando uno dei vicini si è avvicinato al corpo della donna, Filippone è arrivato senza però mostrare segni di dolore, sembrava agitato, ha lasciato un nome falso e poi è andato a prendere la figlia che era dagli zii. Per compiere il suo ultimo insano gesto.

Sgomento, dolore e incredulità nella scuola primaria di via del Concilio a Pescara dove andava Ludovica Filippone. Poca voglia di parlare nel plesso dove questa mattina i suoi compagni di classe non sono a scuola. Per tutta la settimana sono state sospese le attività ricreative. La bandiera della scuola è a lutto. “Ludovica – ricorda la dirigente scolastica Valeriana Lanaro – era una bimba splendida, brava e molto dolce. Aveva una predisposizione per le arti. Questo è un momento molto particolare con il pensiero fisso degli amichetti di Ludovica che non la vedranno più che è oggi molto forte e intenso. Parliamo di un dramma nel dramma con delle emozioni molto forti. Non conoscevo personalmente i genitori della bambina perché sono dirigente della scuola dallo scorso settembre, ma ho saputo di una famiglia molto attenta. I genitori seguivano Ludovica”.

Un minuto di silenzio al Liceo Leonardo da Vinci in memoria di Marina Angrilli, insegnante di Lettere e mamma di Ludovica e moglie di Fausto Filippone.
“Gli alunni – riferisce all’ANSA il preside Giuliano Bocchia – sono turbati e sconvolti. Abbiamo fatto una riflessione pedagogica anche con il supporto di uno psicologo nelle tre classi dove insegnava la professoressa Angrilli dai più piccoli ai più grandi per aiutare ad elaborare il dolore e a capire la complessità della vita”.