L’Unesco vuole Venezia tra i patrimoni dell’umanità in pericolo, ma Cacciari ‘non ci sta’

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Appello dell’Unesco per salvare Venezia, inserendola nella lista dei patrimoni dell’umanità in pericolo. Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite, “il continuo sviluppo, gli impatti dei cambiamenti climatici e del turismo di massa rischiano di provocare cambiamenti irreversibili all’eccezionale valore universale” di Venezia. Pertanto se ne “raccomanda l’iscrizione nell’elenco dei patrimoni dell’umanità in pericolo”.

Già due anni fa, si aspettava l’iscrizione nella cosiddetta “danger list”, poi evitata in extremis da una serie di misure adottate per preservare la città soprattutto dopo i livelli record dell’acqua alta raggiunti nel 2019, tra cui il Mose. In una sola settimana infatti, tra il 12 e il 17 novembre, la marea superò il livello di 140 cm in ben 4 episodi. Quindi arrivò la decisione del governo di vietare l’accesso alle grandi navi nel canale San Marco per contenere il fenomeno del turismo di massa e soprattutto la promessa di varare un ambizioso piano di conservazione della città lagunare.

Secondo il World Heritage Centre dell’Unesco tutti i provvedimenti si sono però rivelati insufficienti, in particolare, a causa del turismo di massa che invade la Serenissima e dei cambiamenti climatici. Inoltre la soluzione di questi problemi “annosi ma urgenti” viene “ostacolata dall’assenza di una visione strategica comune globale” oltre che da “scarsa efficacia e coordinamento” tra le autorità locali e nazionali dell’Italia.

Il voto per entrare nella “danger list” forse a settembre. Per entrare davvero nella lista del patrimonio mondiale in pericolo, servirà l’ok degli Stati membri convocati a una riunione del Comitato del Patrimonio Mondiale in programma dal 10 al 25 settembre a Ryad, in Arabia Saudita.

Ma Cacciari non ci sta e si scaglia contro l’Unesco: “è uno degli enti più inutili e più costosi sulla faccia della Terra… Sparano giudizi senza conoscere e senza sapere. Sono una baracca di ‘mangiapane a tradimento’, non tirano fuori un soldo, non danno un finanziamento per interventi reali, sanno solo decretare”.

“Venezia è a rischio?” si chiede l’ex sindaco della città lagunare, ma “il rischio di Venezia è legato a catastrofi naturali e climatiche che possano determinare l’innalzamento del livello del mare. Dopo di che, certamente c’è una grossa pressione turistica, come del resto a Firenze o a Roma. Ma che vogliamo fare? L’economia italiana si regge per il 20% sul turismo e per fortuna che c’è il turismo, o vogliamo perdere anche quello? Dopo aver perso la chimica, l’elettronica, la meccanica, l’industria dell’automobile, vogliamo perdere anche il turismo perché l’Unesco ci dice che è dannoso? Piuttosto, tiri fuori i soldi per fare le opere che servono invece di parlare a vanvera… più fatti e meno parole!”.