“Dedicata a te”, la card per le famiglie in difficoltà è attiva: illeciti dietro l’angolo

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Attiva da oggi la carta “Dedicata a te”, il sostegno ‘una tantum’ per le famiglie in difficoltà economica pensata dal governo e finanziata con 500 milioni di euro. Per i titolari del bonus del valore di 382,50 euro, sarà possibile acquistare tramite questa prepagata generi alimentari di prima necessità.

Chi ne ha diritto. Per avere la carta il nucleo familiare deve avere un Isee annuo inferiore ai 15mila euro. Inoltre almeno uno dei componenti non deve beneficiare di altri sussidi quali: reddito di cittadinanza, reddito di inclusione, Naspi, cassa integrazione, bonus mobilità o simili.

Come si ottiene la carta. “Dedicata a te” non può essere richiesta. L’Inps ha infatti individuato un elenco di beneficiari della misura e dal 18 luglio le spedizioni postali sono partite direttamente dai comuni di appartenenza, ma la carta comincia a funzionare solo oggi. Dopo una comunicazione, l’avente diritto può ritirarla presso l’ufficio postale del proprio comune di residenza. Per attivarla basterà effettuare un acquisto entro il 15 settembre: azione indispensabile per evitare l’annullamento dell’intera somma. Una volta attiva la card è utilizzabile fino al 31 dicembre 2023.

Cosa si può acquistare. Come detto, con la card si possono comprare beni di prima necessità tra cui ad esempio: carne, pesce , il latte con i suoi derivati, olio d’oliva e di semi, uova e suoi derivati, prodotti da forno, paste alimentari, cereali, riso, pomodori pelati e conserve, ortaggi freschi e lavorati. Ma anche legumi, frutta e prodotti alimentari per la prima infanzia. A questi si possono aggiungere lieviti naturali, zuccheri, miele, cacao in polvere, cioccolato, acque minerali, caffè, aceto di vino, camomilla e tè. Esclusi invece dagli acquisti: alcolici, tabacco, surgelati e confetture. Per evitare errori, sul sito del ministero dell’Agricoltura e del Made in Italy è presente un elenco per categorie.

Illeciti dietro l’angolo. Anche in questo caso così come per il Reddito di cittadinanza, le frodi sono dietro l’angolo perché il compito di ‘controllore’ è stato affidato ai supermercati, con le inevitabili conseguenze del caso.