Morte Valdiserri, una manovra azzardata ha causato la tragedia. Il testimone: “Non usavamo il cellulare”

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Andava molto veloce ma non stava usando il cellulare. Poi la sterzata improvvisa, lo schianto contro la segnaletica stradale prima di travolgere Francesco. Sono alcuni dei nuovi particolari emersi riguardo l’incidente stradale del 19 ottobre a Roma costato la vita a Francesco Valdiserri, il 18enne figlio di una coppia di giornalisti del Corriere della Sera. A parlare è Datan Pensa, 21 anni, che in quella tragica notte era accanto a Chiara Silvestri, la 23enne accusata di omicidio stradale.

Pensa è convinto che l’incidente sia legato all’alta velocità e a una manovra azzardata che Silvestri avrebbe compiuto probabilmente perché alterata da alcol e droghe. In quel momento i riflessi della giovane donna non erano tempestivi come dovrebbero essere. Insieme all’amico si è accorta che stava per mancare una svolta, quindi ha azzardato la manovra. L’auto ha perso aderenza sull’asfalto ed è uscita fuori strada, travolgendo mortalmente Valdiserri e salvando – miracolosamente – il ragazzo che era con lui.

Dopo essere stato sentito dai magistrati come persona informata sui fatti, Pensa ricostruisce così quanto accaduto: “Sono ancora molto provato. Mi sono reso conto di non poter fare niente purtroppo” avrebbe detto, allontanando l’ipotesi secondo cui Chiara fosse distratta per colpa del telefono. Non sarebbe andata così, dunque. L’incidente mortale sarebbe stato causato da quella manovra. Dall’alcol e dalla droga. Che nel corpo di Chiara è stato rinvenuto a livelli ben oltre il consentito.