Ponte sullo Stretto di Messina, stop della Corte dei Conti: “Violate due direttive europee”

Violazione dell’habitat naturale, modifiche contrattuali e mancato parere dell’Autorità di regolazione dei trasporti sul piano tariffario. Su queste motivazioni si basa la bocciatura del Ponte sullo Stretto di Messina da parte della Corte dei Conti. In particolare, si tratta della violazione di due direttive europee. Palazzo Chigi fa sapere che “le motivazioni” saranno oggetto di un “attento approfondimento”. Dall’altra parte, il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti dice di essere “già al lavoro per superare i rilievi”.
Il governo si dice convinto che si tratta di “profili con un ampio margine di chiarimento davanti alla stessa Corte, in un confronto che intende essere costruttivo e teso a garantire all’Italia un’infrastruttura strategica attesa da decenni”. Mentre il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti “prende atto” delle motivazioni della Corte dei Conti e va avanti: “Continua l’iter per la realizzazione del collegamento tra Calabria e Sicilia, anche alla luce della positiva collaborazione con la Commissione europea”, dice in una nota il ministero guidato dal vicepremier e ministro Matteo Salvini, specificando che “tecnici e giuristi sono già al lavoro per superare tutti i rilievi e dare finalmente all’Italia un Ponte unico al mondo per sicurezza, sostenibilità, modernità e utilità”.
Esultano le opposizioni e gli ambientalisti. “Le motivazioni evidenziano la totale illegittimità della procedura seguita per approvare il progetto, questa è una vittoria della democrazia e dei cittadini”, afferma il leader di Avs, Angelo Bonelli, tra i principali oppositori dell’opera. “Ci troviamo di fronte a uno scandalo compiuto ai danni dei soldi degli italiani: 14 miliardi di euro che potevano essere destinati alle vere priorità del Paese”, dice. “La Corte dei Conti ha avanzato rilievi molto seri e difficilmente superabili nell’attuale iter amministrativo del Ponte di Salvini”, sottolinea il senatore Antonio Nicita, vicepresidente del gruppo Pd a Palazzo Madama. Sulla bocciatura interviene anche il Wwf: “le motivazioni confermano quanto affermiamo da sempre – rivendica l’associazione ambientalista -, la procedura seguita ostinatamente dal governo ha violato le normative in materia di tutela ambientale e di appalti”.