Pronto soccorso sono allo stremo per influenza e Covid. Quest’anno il virus in anticipo di circa un mese

L'insegna del pronto soccorso dell'ospedale di Santorso

Gli ospedali italiani sono in sofferenza a causa dell’arrivo dell’influenza stagionale, quest’anno denominata “australiana” e del riacuirsi dei contagi da Covid19. Fabio De Iaco, presidente della Società italiana di medicina di emergenza e urgenza, lancia l’allarme: “Ci sono criticità non più localizzate ma diffuse anche in Regioni considerate virtuose. Gli accessi si sono intensificati di circa il 50% rispetto a quanto vedevamo a settembre. La situazione – aggiunge – non può che peggiorare nelle prossime settimane. Ci aspettiamo il picco durante le feste, quando avremo più pazienti anziani ma anche più colleghi ammalati e quindi la necessità di coprire più turni con lo stesso personale, già ora scarsissimo”.

De Iaco spiega inoltre che per l’influenza l’ondata è iniziata circa 3 settimane fa: “Hanno cominciato ad arrivare in pronto soccorso prima i bambini, ma ora si sta alzando l’età, che aumenterà durante le feste, tradizionale momento di scambio di virus tra generazioni”. Rispetto al normale andamento delle epidemie da virus influenzali, quest’anno siamo in anticipo di circa un mese. Vediamo numeri che pre-pandemia si raggiungevano a metà gennaio”.

Per i medici di famiglia c’è stata una rapidissima crescita dell’incidenza di sindrome simil-influenzale, che nell’ultima settimana ha raggiunto i 16 casi per mille assistiti, il valore più alto degli ultimi 15 anni. “Questo significa – ha detto Silvestro Scotti, segretario generale della Federazione italiana medici di medicina generale – che ogni settimana un medico di famiglia ha circa 100 assistiti che si ammalano, che si traduce in almeno 2-3 chiamate a settimana per ognuno a cui si aggiungono visite e tanta burocrazia. Stiamo praticamente impazzendo”.

E poi c’è il Covid: nella settimana dal 2 all’8 dicembre sono aumentati anche i ricoveri, sia nei reparti ordinari (+9%) sia nelle terapie intensive (+4,7%).  I nuovi casi aumentano in 13 regioni e in 48 province e sale anche l’incidenza, che in 22 province supera 500 casi per 100mila abitanti. Sempre nella settimana il numero dei nuovi vaccinati contro il virus Sars-CoV-2 è diminuito del 22,3%, toccando il record negativo dall’inizio della campagna vaccinale anti Covid-19. Molte persone arrivano in ospedale con sintomi influenzali che si scopre essere Covid solo al momento del tampone e si ha difficoltà a trovare spazi e personale per l’isolamento.