Ragazza fatta a pezzi, i suoi abiti a casa del fermato

Aveva in casa gli abiti sporchi di sangue di Pamela Mastroprietro, Innocent Oseghale, il nigeriano in stato di fermo per la morte della 18enne romana il cui cadavere fatto a pezzi è stato trovato ieri mattina in due valigie nelle campagne di Pollenza. E’ quanto scoperto dai carabinieri del Nucleo investigativo della Compagnia e del Comando provinciale di Macerata.

Contro di lui prove inoppugnabili, i vestiti sporchi di sangue e altre tracce ematiche di Pamela trovati nell’appartamento di Via Spalato 124 a Macerata, lì dove nella tarda mattinata di martedì scorso si perdevano le tracce della ragazza, ripresa in un video dalla telecamera di una farmacia poco distante mentre cammina seguita a breve distanza dall’immigrato. In quella farmacia, Pamela Mastropietro, fuggita dalla comunità terapeutica Pars di Corridonia, dove era ospite da alcuni mesi, nel tentativo di disintossicarsi dalla sua tossicodipendenza, era entrata per acquistare una siringa che evidentemente le serviva per iniettarsi la droga che Oseghale, uno degli spacciatori nigeriani attivi nella piazza di Macerata, le avrebbe procurato.

Interrogato dai carabinieri, Oseghale, 29 anni, in possesso di permesso di soggiorno scaduto e con precedenti di polizia per stupefacenti, ha negato di avere ucciso la ragazza. Ma a testimoniare comunque il suo coinvolgimento c’è un altro nigeriano, estraneo ai fatti, presentatosi volontariamente in questura a Macerata, che ha raccontato di aver visto Innocent Oseghale nella tarda serata di martedì con le due valigie in prossimità del luogo del ritrovamento.