Roma, rimpatrio per i primi 14 rom con lʼincentivo del Comune

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Su Facebook il sindaco di Roma, Virginia Raggi ha annunciato i primi rimpatri di nomadi con l’incentivo messo in campo dal Campidoglio per il superamento del Camping River, campo rom a nord della Capitale.

Al rimpatrio assistito hanno aderito in 14 e sono tornati in Romania, ricevendo una somma che arriva fino a un massimo di 1000 euro l’anno a persona, o 3000 euro annui a famiglia, a seconda delle condizioni economiche o dei progetti nei quali rientreranno.

“Abbiamo messo in campo un ampio ventaglio di possibilità per favorire il superamento del Camping River tramite un costante coinvolgimento degli abitanti – scrive su Facebook il sindaco -. Uno degli strumenti a disposizione delle persone risiede nel rientro volontario assistito presso il Paese di origine, collegato a un progetto di inserimento socio-lavorativo”.

Raggi spiega poi che i nuclei familiari coinvolti “firmano un dettagliato patto di responsabilità, che prevede il rispetto di precisi diritti e doveri. I percorsi intrapresi nel Paese estero vengono programmati e monitorati in stretta sinergia con il ministero degli Affari esteri, la questura, Prefettura di Roma e gli enti e le istituzioni degli Stati di provenienza”. Se le diverse fasi del progetto non vengono portate a termine così come precedentemente stabilite “il patto si annulla”.

Scatta la stretta del Campidoglio al Camping River (insediamento rom su un’area privata per anni gestito dalla onlus Isola Verde per conto del Campidoglio, doveva chiudere il 30 settembre 2017): con apposita ordinanza del 13 luglio la sindaca Virginia Raggi intima a uomini, donne e bambini – circa 300 – rimasti sull’area di via della Tenuta Piccirilli di lasciare la zona, dopo la rimozione nei giorni scorsi delle casette da parte della Polizia locale. Fuori dal campo entro 48 ore altrimenti scatterà un “allontanamento coattivo”. Tradotto, le famiglie verranno sgomberate.

La ragione:
“Salvaguardare la tutela della salute pubblica”. Oltre che “evitare il rischio di danno ambientale con inquinamento del Tevere”. Stando a una serie di sopralluoghi e ispezioni effettuati dalla Asl Roma1, con annesse relazioni tecniche, il quadro igienico sanitario dell’accampamento di Prima Porta sarebbe infatti più che compromesso. Manca l’acqua potabile, le fogne non funzionano come dovrebbero e i tecnici parlano di “gravi mancanze igienico sanitarie non compatibili con la presenza del campo”.