Suicidio assistito in Italia, secondo caso in Veneto

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...
Secondo caso di suicidio assistito in Italia: in Veneto una 78enne malata oncologica, ha ottenuto il farmaco di fine vita. “Gloria”, questo il nome di fantasia scelto per identificare la donna, è morta nella sua abitazione dopo essersi auto somministrata il farmaco letale attraverso la strumentazione fornita dall’azienda sanitaria locale, assistita dal dottor Mario Riccio, consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni. “La vita è bella, ma solo se siamo liberi. E io lo sono stata fino alla fine. Grazie”. Questo l’ultimo messaggio della donna all’Associazione.

L’annuncio del fine vita è stato dato dall’Associazione Luca Coscioni che ha spiegato: “Si tratta della seconda persona in Italia ad aver scelto di porre fine alle proprie sofferenze tramite l’aiuto alla morte volontaria, reso legale a determinate condizioni dalla sentenza della Corte costituzionale 242/2019 sul caso Cappato-Antoniani”.

Filomena Gallo e Marco Cappato, Segretaria Nazionale e Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, hanno dichiarato: “In questo momento il nostro pensiero va alla famiglia di “Gloria”, al marito, vicino a lei fino all’ultimo istante. Anche se “Gloria” ha dovuto attendere alcuni mesi, ha scelto di procedere in Italia per avere accanto la sua amata famiglia e sentirsi libera nel suo paese. Le è stata risparmiata una fine che non avrebbe voluto, grazie alle regole stabilite dalla Consulta e grazie alla correttezza e all’umanità del sistema sanitario veneto e delle istituzioni regionali presiedute da Luca Zaia. E grazie anche a Fabiano Antoniani, Davide Trentini e alle nostre azioni di disobbedienza civile che hanno portato i tribunali a intervenire e la Corte Costituzionale a emanare la sentenza che oggi ha permesso che fosse rispettata la scelta di “Gloria”. La legge regionale “Liberi Subito” appena depositata aiuterà questa regione a fornire in tempi brevi risposte e piena assistenza a chi effettua, in determinate condizioni di salute e piena assistenza di cura, scelte precise di fine vita”.

La donna 78enne, inoltre, è la prima persona nel nostro Paese ad aver ottenuto la consegna del farmaco e di quanto necessario da parte dell’azienda sanitaria.