Svolta nelle indagini sull’ex postino Vito Mezzalira: sue le ossa in giardino

La scoperta ha riacceso i riflettori su quella misteriosa scomparsa e gli esami effettuati sull’arcata dentale rinvenuta, insieme ad altri resti ossei, nel pozzo della villetta dove si era stabilito dopo la pensione, hanno confermato che appartengono proprio a Vito Mezzalira , triestino originario di Modena. A riportarlo è il quotidiano Il Piccolo.
Ora per il suo omicidio sono tre gli indagati: la ex convivente Mariuccia Orlando, il fratellastro di lei Moreno Redivo, e il figlio della donna Andrea Piscanec. Dovranno rispondere dell’ipotesi di reato di concorso in omicidio volontario, concorso in sottrazione di cadavere e truffa aggravata e continuata, in questo caso per il ritiro della pensione di Mezzalira anche dopo la sua scomparsa.
Come è stato trovato il cadavere. Alla scoperta del cadavere, rinvenuto all’interno di alcuni sacchi e coperto da una colata di cemento, si era arrivati analizzando le immagini satellitari di Google Earth, che avevano rivelato proprio l’esistenza, nel 2019, di un pozzo, successivamente sigillato con il cemento, sul retro dell’abitazione.
Per avere l’ufficialità sull’identità dell’uomo si dovrà però attendere l’esito dell’autopsia, il cui incarico sarà conferito il 16 dicembre. L’esame autoptico che, si preannuncia difficile per il cattivo stato di conservazione dei resti, sarà eseguito, per conto della Procura, dal direttore della Medicina legale dell’Università di Trieste, Stefano D’Errico, e da Manuel Gianvalerio Belgrano, direttore della Struttura complessa di Radiologia dell’Azienda sanitaria giuliano isontina di Trieste.