Ustica a 40 anni dalla strage. Mattarella: i Paesi alleati collaborino per la verità

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Sono passati 40 anni, ma della verità neppure l’ombra. I responsabili della tragedia di Ustica sembrano fantasmi o sono stati resi tali. Un silenzio tombale, in attesa che la polvere dell’oblio ricopra gli ultimi, fievoli tentativi di far luce sullo schianto avvenuto il 27 giugno 1980.

Il volo di linea IH870, partito da Bologna Borgo Panigale e diretto a Palermo Punta Raisi della compagnia aerea Itavia precipitò in mare non lontano dall’isola di Ustica. Nella strage morirono tutti gli 81 occupanti dell’aeromobile, tra passeggeri ed equipaggio.

A Tgcom24 la testimonianza ancora viva e dolorosa di Anna Maria Calia, siciliana di 76 anni da oltre 50 a Bologna: “Dovevo essere su quell’aereo. Poi all’ultimo cambiai idea, mentre la mia amica e vicina di casa partì, con i suoi tre figli di 9 e 6 anni e l’ultimo di 9 mesi, e sua sorella di 17 anni”, aggiunge addolorata in un lutto che si rinnova ad ogni anniversario.Nel frattempo, ad ogni triste ricorrenza, si susseguono gli appelli del mondo della politica perché venga fatta piena luce sulla vicenda. L’ultimo arriva dal capo dello Stato Sergio Mattarella. La strage avvenuta nel cielo di Ustica la sera del 27 giugno 1980 è “impressa nella memoria della Repubblica con caratteri che non si potranno cancellare”, ricorda il presidente della Repubblica puntualizzando che per una ricostruzione “piena e univoca” è necessaria anche “l’aperta collaborazione dei Paesi Alleati”.

A quarant’anni dai fatti avvenuti nel mar Tirreno, dice Mattarella, “sentiamo ancora più forte il legame di solidarietà con i familiari delle 81 vittime e ci uniamo nel ricordo di chi allora perse la vita, con una ferita profonda nella nostra comunità nazionale”.

“La condivisione di tanto dolore – aggiunge il presidente della Repubblica – è stata ed è anche motivo di testimonianza e di impegno civile. Il quadro delle responsabilità e le circostanze che provocarono l’immane tragedia tuttora non risulta ancora ricomposto in modo pieno e unitario. Tuttavia molta strada è stata percorsa dopo che reticenze e opacità erano state frapposte al bisogno di verità, incomprimibile per una democrazia e uno Stato di diritto”.

Quanto ricostruito finora, osserva, è stato possibile grazie a “tenacia e professionalità di uomini dello Stato” che “hanno consentito di diradare nebbie” ed anche “grazie anche alla determinazione e alla passione civile delle famiglie delle vittime e di quanti le hanno sostenute nelle istituzioni e nella società”. Un impegno a cercare “quel che ancora non appare definito nelle vicende di quella sera drammatica” che “non può e non deve cessare”, dice ancora Mattarella. “Trovare risposte risolutive, giungere a una loro ricostruzione piena e univoca richiede l’impegno delle istituzioni e l’aperta collaborazione di Paesi alleati con i quali condividiamo comuni valori – conclude – Il dovere della ricerca della verità è fondamentale per la Repubblica”.

Al monito del presidente della Repubblica si uniscono anche la presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati, e il presidente della Camera, Roberto Fico, che nel suo intervento in consiglio comunale a Bologna dove si è svolta questa mattina la cerimonia di ricordo, come Mattarella chiede “chiarimenti” ai Paesi alleati, in particolare Usa e Francia e invita a parlare “chi sa, perché non può morire con questo segreto in pancia”. Ci sono, aggiunge la terza carica dello Stato assicurando che si batterà per la desecretazione di tutti gli atti, “pezzi del nostro Stato che sanno cosa è successo, credo sia arrivato il momento da parte di qualcuno, anche all’interno dei nostri servizi, di parlare e dire la verità”.

“Vogliamo una completa verità e vogliamo giustizia: come Regione e come cittadini, ribadiamo il nostro impegno concreto a chi non ha mai smesso di indagare e di battersi per arrivarci” afferma  invece il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini.  “Lo dobbiamo alle vittime e ai loro familiari, all’instancabile azione dell’Associazione che li riunisce e della presidente Daria Bonfietti, alimentando la memoria, impedendo che possano prevalere il silenzio e l’oblio”.