Verso il Conclave: riprende la congregazione generale dei cardinali


A pochi giorni dall’inizio del conclave che porterà all’elezione del 267 esimo Papa, sono riprese, in Vaticano, le Congregazioni dei cardinali e sul tetto della Cappella Sistina, i vigili del fuoco hanno montato il comignolo da cui uscirà la fumata delle votazioni del Conclave (se nera, indicherà che il nuovo Papa non è ancora stato eletto; se bianca, annuncerà che è stato scelto). In mattinata sono previste le prime prove della fumata (gialla in questo caso).
Il prossimo conclave, al via il 7 maggio, non sarà soltanto la scelta di un Papa, ma la definizione del ruolo che il cattolicesimo avrà nel mondo almeno nel prossimo quarto di secolo. Con la morte di Bergoglio si apre un conclave profondamente segnato dal suo pontificato: aperto al dialogo, alla riforma, alla sinodalità. Ma quel modello non è accettato da tutti, e non solo all’interno della Chiesa. Le principali potenze del mondo guardano con attenzione al profilo del successore, perché un Papa può influenzare il clima politico internazionale più di quanto si voglia ammettere.
La Chiesa in Germania, ad esempio, è spaccata tra riformismo e dottrina. I fedeli e parte del clero sostengono un’apertura sui temi del sacerdozio femminile, del celibato e delle coppie gay. Tra i cardinali, spicca per rigore teologico il cardinale Gerhard Müller.
Negli Usa alcuni ambienti conservatori spingono per un pontefice che fermi la ‘deriva sinodale’. Il cardinale Timothy Dolan, arcivescovo di New York, gode di consensi tra i fedeli più tradizionalisti ed è percepito da alcuni ambienti politici repubblicani come un possibile argine all’agenda progressista vaticana.
In Francia la laicità convive con una Chiesa progressista e sensibile alle sfide dell’immigrazione e della coesione sociale. Il nome che circola con favore negli ambienti culturali e politici francesi è quello del cardinale Jean-Marc Aveline, arcivescovo di Marsiglia, simbolo di dialogo interreligioso e apertura.
Il Brasile ha il più alto numero di cattolici al mondo. Il cardinale Sérgio da Rocha, arcivescovo di Salvador da Bahia, è visto come un rappresentante credibile del Sud globale. Impegnato sul fronte della povertà, vicino ai movimenti popolari, ha il sostegno dei settori della Chiesa latinoamericana fedeli al sogno di una “Chiesa dei poveri per i poveri”.
L’Italia, dopo quasi mezzo secolo senza un papa italiano, sogna un ritorno, dopo l’ultimo che fu Giovanni Paolo I morto dopo soli 33 giorni di pontificato il 28 settembre 1978. Il nome che unisce più correnti è quello del cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, Uomo di dialogo, mediatore in Ucraina e Africa, vicino alla Comunità di Sant’Egidio, è ben visto anche in ambienti politici moderati. Ha il profilo di chi può continuare la riforma di Francesco senza forzature e con radici ben salde in Europa.