Nuova denuncia per maltrattamenti per il 69enne cha andò al bar con tre cuccioli in una borsa

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

A quanto pare la denuncia per maltrattamento di animali “guadagnata” di recente non è bastata per chiudere il traffico di cuccioli di cane a un 69enne di Schio, nuovamente pizzicato dai Carabinieri della Compagnia locale con un quattro zampe custodito – stavolta in casa propria – in condizioni igienico-ambientali inappropriate e quindi portato in salvo.

Certo non è detto che la femmina di media taglia rinvenuta martedì mattina nel corso della perquisizione domiciliare fosse destinata alla “vendita”, ma è stato appurato che la stessa era rinchiusa in un tugurio di piccole dimensioni e sporco, configurando di nuovo l’ipotesi di reato analoga a quella valsa la denuncia in seguito a un episodio recente. Ora è affidata alle attenzioni dei volontari del canile di Schio, al sicuro.

L’uomo, infatti, ai primi di marzo, era andato bellamente al bar, a Torrebelvicino, portandosi appresso tre cuccioli meticci, dal pelo nero brillante. Non al guinzaglio o in una cesta o in un trasportino adatto come sarebbe corretto, ma in una sporta della spesa, di plastica. Ad uno sguardo più approfondito, poi, si è notato quanto piccoli fossero quei tre cagnolini, scoprendo che potevano al massimo avere 15-20 giorni di vita. Non potevano essere quindi, in alcun modo, strappati alle cure della madre, senza rischiare di comprometterne la sopravvivenza e provocare traumi duraturi.

In quel caso, grazie alla segnalazione di un cliente dell’esercizio pubblico che non si girò dall’altra parte facendo finta di nulla, alla chiamata intervennero subito i militari dell’Arma, chiedendo spiegazioni al pensionato scledense e sequestrandogli i tre baby a quattro zampe animali, poi affidati alle cure di una volontaria di un’associazione. Nel giro di pochi giorni sono giunte a raffica le richieste di adozione per loro, mentre da parte dei Carabinieri e della Procura furono avviati accertamenti in merito alla figura di questo pensionato.

La struttura di accoglienza per cani di Schio e una porzione di area verde intorno

Con il forte sospetto che dietro a questo episodio ci fosse una pratica sistematica di traffico di cuccioli prelevati da chissà dove e da piazzare dietro compenso dopo averli messi in mostra in luoghi pubblici, per 50 euro o poco più, come si vocifera negli ambienti vicini alle associazioni animaliste che seguono la vicenda. Un modo come un altro per arrotondare la pensione, pare, ma illecito perchè prima di tutto mette a serio rischio l’incolumità dei cagnolini, allontanati dalla madre troppo presto.

Animali domestici e di compagnia di pochi giorni di vita che, sempre secondo le ipotesi che circolano negli ambienti animalisti e una pista di cui le indagini tengono conto, si sospetta possano provenire da un campo nomadi del Vicentino, attraverso un losco “passamano” di cucciolate. Con “ultima mano” proprio quella del pensionato altovicentino il quale, da un paio d’anni almeno, si sarebbe dedicato a questa pratica deprecabile.