Mini lockdown verso la proroga per i comuni della Vallata dell’Agno, Chiampo e Arzignano

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Foto di Anna Shvets da Pexels

Il “mini” lockdown sancito dai 7 comuni – i più colpiti dall’ondata di contagi – dell’Ovest Vicentino nel week end di Ognissanti è in odore di proroga, mentre per ora viene esclusa la prospettiva immediata delle vallate dell’Agno e del Chiampo come “zona rossa”. Se si guarda sul piano cromatico di fatto si rimane sulla tonalità arancione per i territori di Valdagno, Trissino, Cornedo, Castelgomberto e Brogliano, a cui si aggiungono Chiampo e Arzignano dalla valle più a Ovest.

A distanza di poco meno di un mese dalla prima decisione congiunta da parte dei sette sindaci degli enti locali coinvolti, la situazione generale rimane ad alto rischio di contagio, dopo aver toccato e oltrepassato in media il 2% della popolazione colpito dal virus Sars-Cov-2, e 1.100 contagi accertati già ai primi del mese, con il corollario di impennate di ricoveri e decessi. Un capitolo a parte, drammatico, è scritto dai focolai delle case di riposo falcidiate dei proprio ospiti, caduti nella morsa del virus. Gli esempi più tristemente noti il centro residenziale Scalabrin di Arzignano , la Rsa della Fondazione MArzotto a Valdagno (vedi il servizio di La7) e “fuori zona” l’Ipab La Pieve di Montecchio Maggiore.

Dopo la firma congiunta del 2 novembre scorso, preannunciata due giorni prima da alcuni sindaci, si replicherà con ogni probabilità già oggi. Il documento condiviso dai diversi territori non dovrebbe discostarsi da quello precedente nella sostanza, confermando la serie di misure adottate dai comuni più colpiti che si ritiene abbiano contribuito a frenare l’assalto del coronavirus in una delle due aree più colpite del Veneto, secondo i dati in mano alla Regione, al pari di un’area del Bellunese. Numeri, percentuali e riscontri sanitari che risultano al vaglio proprio del presidente Luca Zaia e del comitato tecnico scientifico di riferimento per studiare eventuali risposte più stringenti, ma non sarà “zona rossa” territoriale. O, almeno, non da subito, fermo restando il costante monitoraggio in corso. Proprio nel punto stampa di lunedì scorso, a Marghera, il tema delle vallate del Chiampo e dell’Agno è stato toccato, senza fornire indicazioni definitive.

Per i cittadini dei sette comuni “fratelli” nella lotta alla diffusione dei contagi si rinnoveranno quindi le misure restrittive attualmente in vigore, allungandone la validità almeno fino a giovedì 3 dicembre. Questo almeno secondo le indiscrezioni filtrate nei giorni scorsi, in modo da ottemperare al mese esatto di sperimentazione. A Venezia si starebbe valutando l’ipotesi dello screening di massa della popolazione, sul modello dell’Alto Adige. L’ipotesi è presa in seria considerazione, ma è chiaro a tutti, amministratori compresi, che si tratterebbe di un’operazione da “zona rossa”. Secondo Zaia “i tamponi a tappeto non sono un’opzione da escludere nella valle dell’Agno, che stiamo studiando, e dove la diffusione del virus è data molto probabilmente dalla contiguità e dalla promiscuità sociale. Non è escluso che in futuro agiremo anche qui”. All’ospedale San Lorenzo di Valdagno si registrano circa70 ricoveri a fronte di una “capienza” inizialmente prevista di 20 posti letto Covid.
Tra i punti da rispettare che saranno oggetto di rinnovo nelle prossime ore si ricordano: la sospensione di tutti i mercati cittadini, l’accesso agli uffici pubblici tramite prenotazione telefonica oppure on line, la chiusura di parchi cittadini e aree verdi pubbliche in genere, il divieto di tenere feste private e di organizzare riunioni in compresenza fisica (anche all’aperto), fissando il limite massimo in 6 persone non conviventi. Sospese anche le attività in presenza di centri ricreativi, Università per anziani e tutte le altre attività già comprese nel testo del Dpcm, sportive comprese. Massima attenzione poi ribadita in tema di case di riposo, con visite limitate ai familiari in tutte le Rsa della zona e nei centri servizi equiparati.