Vaccinati i primi anziani ospiti di Rsa dell’Altovicentino. Alla “Penasa” lo step iniziale

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Il “battesimo”, per qualcuno tra i grandi anziani ospiti dell’istituto “A. Penasa” di Valli del Pasubio, è avvenuto anche oltre 100 anni di età. Sono poco meno di una sessantina infatti gli over 70 che stamattina hanno ricevuto la visita di un team di quattro operatori sanitari – tre infermiere e un medico – allestito dal distretto Altovicentino dell’Ulss 7 per la campagna di vaccinazioni inaugurata proprio nel giorno di San Silvestro per le Rsa del territorio.

L’operazione è stata completata in circa 3 ore, dopo una prima fase preliminare di organizzazione vista la novità assoluta per tutti, e senza intoppi. A “ricevere” l’inoculazione del siero antiCovid come noto prodotto dalla multinazionale americana Pfizer-Biontech sono stati per primi i gli anziani degenti, in misura di circa il 90% rispetto alla popolazione della casa di riposo (64 persone sui 67 posti-letto disponibili), e circa il 50% tra gli operatori interni tra dipendenti e collaboratori che lavorano nella struttura.

Il centro di assistenza per anziani di località San Rocco, quattro dei quali tra l’altro già “centenari”, addirittura, è stato scelto come prima tra le strutture in ordine di tempo in quanto una tra le poche rimaste finora covid-free, dopo aver respinto l’attacco della pandemia sia nella prima che nella seconda terribile ondata. Ora bisognerà tenere duro per un altro mese, in attesa del secondo ciclo di vaccino previsto tra tre settimane da oggi, e dell’effetto “pieno” che gli studi disponibili indicano a partire da 7 giorni dopo la seconda somministrazione. Tutto è andato secondo le attese, nessun effetto collaterale immediato, con larga partecipazione da parte degli ultra pensionati presenti. In un solo caso un’anziana in condizioni di piena lucidità ha esercitato il “diritto di rifiuto”, mentre per alcuni si è preferito evitare, in accordo con le famiglie, per la presenza di allergie da valutare o patologie a rischio di conflitto.

“Tutto è andato per il meglio – racconta la coordinatrice del personale infermieristico Sara Tessaro -, dopo i primi 10 minuti per ingranare la marcia visto che per tutti era una novità. Devo dire che gli ospiti in generale hanno accolto di buon grado questo primo vaccino, in particolare tra coloro che sono nelle piene facoltà di decidere e che tra giornali e tv sono costantemente informati sull’epidemia e sulle sue conseguenze, dei massacri veri e propri avvenuti in altre case di riposo a causa del Covid. Più di qualcuno tra loro – continua la portavoce della struttura – avendo vissuto in epoca di altre malattie, ha dimostrato piena consapevolezza del valore del vaccino. Se vogliamo proteggere i nostri anziani con senso di responsabilità e, almeno ad oggi, questo è l’unico strumento a nostro disposizione, è giusto provarlo per la tutela di tutti”.

Dopo i pensionati accompagnati dal personale della “Penasa” uno per uno, è toccato a chi subito in prima istanza tra le diverse figure professionali ha accettato l’invito a sottoporsi alla vaccinazione, giunto nei giorni dall’Ulss 7 Pedemontana. C’è chi ha tergiversato, per il momento, chi ha declinato l’invito e chi ha invece con determinazione ha scelto senza remora alcuna di sottoporsi all’iniezione del siero, affidandosi alla scienza “ufficiale”. E alle istituzioni sanitarie che hanno convalidato e certificato il primo tra i vaccini in produzione su scala mondiale ad essere ammesso in Europa a partire da domenica 27/12. Tra questi gli infermieri, operatori sociosanitari, fisioterapisti, cuochi, personale amministrativo e altre figure che ogni giorno sono a contatto con gli ospiti del centro, con la massima libertà di scelta garantita ad ogni livello, anche da parte dell’istituto diretto dalla dott.ssa Barbara Cavion.