Benetello, Lorenzi, Scanu, Pagani, Basso e Naldini: i consigli letterari per l’estate di Ronzani Editore

Che si tratti di aver già raggiunto la meta prescelta per le vacanze, oppure di mettersi in viaggio per raggiungerla, c’è una cosa che non può mancare in valigia per trascorrere piacevolmente il tempo: un bel libro. D’altronde, quale occasione migliore delle ferie estive per dedicarsi alla lettura? Ma i testi disponibili sul mercato sono così tanti che c’è solo l’imbarazzo della scelta. Ronzani Editore, a questo proposito, viene in aiuto con 6 suggerimenti letterari. Sono quelli di cui la direttrice Luisa Maistrello ha parlato con Gianni Manuel ai microfoni della rubrica di Radio Eco VicentinoFilò“.

Chi non vorrebbe avere una seconda possibilità con il “Grande Amore”? È esattamente ciò che accade al personaggio principale del romanzo “Maida Vale“, del trevigiano Michele Benetello. Arrivato alla mezza età, il protagonista conduce un’esistenza monotona e solitaria, barcamenandosi tra lezioni di yoga, lunghe sere davanti allo stereo in compagnia del frigo vuoto e un lavoro mediocre da impiegato dell’Asl. Sennoché, casualmente, all’interno di un autogrill ritrova la donna che otto anni prima era scomparsa nel nulla durante la loro relazione. La coppia tenterà di riallacciare una relazione complicata, sulla quale incombe l’ombra di una lettera da lei scritta dopo la fuga e mai letta dal protagonista per vigliaccheria. Quale sarà il segreto che contiene e che conseguenze avrà sulle loro vite?

Un marinaio andaluso, un frate domenicano e un ebreo sefardita. Potrebbe sembrare l’inizio di una barzelleta. Ma i tre personaggi appena elencati non sono i protagonisti di una storiella comica, quanto piuttosto del romanzo “Al di là di quel sole“, scritto dal fiorentino Giovanni Lorenzi. Tre figure che si stagliano, intrecciando i propri destini, sull’immenso scenario di una traversata che, come quella della vita, ha per approdo l’ignoto. Tre anime di un solo ideale personaggio, tre facce dell’umana tensione nella ricerca della verità. Ma anche tre comparse funzionali al vero obiettivo dell’autore, che è quello di fare del mare il protagonista autentico del racconto.

Essere un’orca“, del romano Stefano Scanu, è un’antologia di racconti che ha per protagonisti uomini e animali. In ogni storia, persone e bestie vengono immortalate nel momento esatto in cui cedono qualcosa alla loro natura, esistenze in trasformazione che reagiscono alle sollecitazioni in modo vitale e ferino. Domatori, cacciatori improvvisati, attori e personaggi dimenticati, avanzi di romanzi in cerca di senso. Come pure dame di cortesia, vecchi camerieri, insetti lucifughi, bande di cani, di adolescenti e coppie che inseguono perdutamente l’incontro. Un almanacco di alterazioni in cui la lingua è lo strumento che registra e contemporaneamente provoca.

Giovedì 18 maggio 1922. Parigi. All’hotel Majestic, uno dei più prestigiosi hôtel de luxe della capitale francese, si verifica un evento memorabile: l’incontro fra i due giganti della letteratura, Marcel Proust e James Joyce. Di cosa parlano? È la domanda a cui cerca di rispondere Andrea Pagani con “Il giardino d’acqua“. Il romanzo ricostruisce in forma appassionata e ironica, ma con un robusto fondamento scientifico, le dinamiche della magnifica serata al Majestic, in occasione della prima del Renard di Stravinskij, allestita dalla celebre compagnia dei Balletti russi di Sergej Pavlovič Djagilev.

Quando gli Achei giungono sulle spiagge della Troade, Antenore ha già più anni alle spalle di quanti gliene rimangono da vivere. Anziano saggio di Troia, dovrà mettere in gioco la sua esistenza per una missione più grande di quella che un solo uomo può portare a termine. Mentre i suoi figli scendono in battaglia a fianco di Ettore ed Enea, ed incrociano le spade contro i micidiali Achille e Diomede, Antenore intraprenderà un lungo viaggio per richiamare a sé potenti alleati e antichi nemici in grado di rovesciare le sorti della guerra a favore della sua città. Attraverso la narrazione romanzata di un mito, Sammy Basso, con il suo “Antenorea. Il consigliere di Priamo“, entra nella mente dei personaggi, svelandone passioni e desideri e creando un affresco su temi universali che affondano le loro radici nella parte più profonda dell’animo umano in cui tutti possono riconoscersi.

Pubblicato in prima edizione nel 1995, “Il treno del buon appetito” è il libro che ha segnato l’approdo di Nico Naldini alla sua particolare prosa autobiografica, scandita in uno stile di limpida e talvolta crudele sincerità, dove gli eventi della vita si allineano senza un particolare ordine cronologico, ma come seguendo il flusso libero, emotivo dei ricordi. Da alcuni episodi cruciali dell’infanzia a Casarsa, di quelli che segnano per sempre l’intima identità di ogni persona, alle epifanie di un eros luminoso, fugace e sofferto. Dagli incontri e le amicizie con uomini straordinari come Comisso, Biagio Marin, Montale, Parise, Fellini (e naturalmente Pasolini, al quale questo libro riserva pagine di eccezionale intensità), alle città e ai paesaggi di un’Italia che non esiste più.

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