La “firma” del vicentino Christian Greco sul Bicentenario del Museo Egizio di Torino
Parla vicentino il Bicentenario del Museo Egizio di Torino, alle cui celebrazioni ha partecipato questa mattina, 20 novembre, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Le iniziative e i progetti per i duecento anni di uno dei più importanti musei italiani, infatti, portano la firma del direttore Christian Greco (“oggi – ha detto emozionatissimo – è il più bel giorno della mia vita”), egittologo originario di Montecchio Maggiore. Nonostante la politica abbia cercato di metterne in discussione l’incarico, è sotto gli occhi di tutti il nuovo slancio che Greco ha saputo dare alla più grande esposizione permanente egizia fuori dall’Egitto e proprio l’espeto vicentino è il motore delle iniziative per il Bicentenario, iniziate in queste settimane e che proseguiranno fino al 2025.
Questa mattina il Capo dello Stato ha potuto visitare in anteprima le rinnovate sale espositive: la Galleria dei Re e il Tempio di Ellesija, che riaprono dopo quasi otto mesi di cantiere e un investimento di 23 milioni di euro da parte del ministero della Cultura e di sponsor privati. Nel 2025 il Bicentenario si concluderà con l’inaugurazione della corte coperta in vetro e acciaio e dell’ipogeo.
“La memoria è il nostro futuro” è lo slogan scelto per le celebrazioni del Bicentenario, la cui cerimonia è stata aperta dai saluti di Evelina Christillin, presidente del Museo Egizio, cui sono seguiti gli interventi dello stesso Greco e del ministro della Cultura Alessandro Giuli (che proprio ieri sera ha ricofermato la presidente del Museo Egizio fino al 2028). A Torino era presente anche il ministro delle antichità egiziane, Khaled Mohamed Ismail e altre personalità del mondo della cultura. Al Capo dello Stato Christian Greco ha consegnato la prima copia della nuova pubblicazione realizzata dall’Egizio per i 200 anni.
Il nuovo allestimento della Galleria dei Re, che Greco ha fatto curare da sei egittologi ed è stato realizzato dallo studio Oma di Rotterdam, permette di osservare più da vicino le statue, non più nella penombra dell’allestimento scenografico di Dante Ferretti, ma alla luce naturale. “Per il bicentenario – spiega Greco – abbiamo deciso di riflettere sul ruolo del Museo, ponendoci domande difficili: il museo è un luogo di conservazione o di distruzione? Cosa ci manca ancora a 200 anni dalla nostra fondazione? Sono queste domande che hanno guidato la nostra strategia per la prossima fase della storia di questa straordinaria istituzione e collezione”.
Dopo la visita di Mattarella il Bicentenario entrerà nel vivo con tre giorni di festival, dal 20 al 22 novembre, giornate in cui il Museo aprirà le porte al pubblico gratuitamente su prenotazione. Questa sera ci sarà la Notte Bianca (dalle 21 a mezzanotte), con balletti a cui seguirà un fitto calendario di eventi e conferenze. Il programma che si concluderà il 22 novembre con l’annullo filatelico del francobollo celebrativo del bicentenario e l’incontro tra Greco e il direttore del Museo Egizio del Cairo, Ali Abdelhalim Ali.
Christian Greco, 49 anni, è direttore del Museo Egizio di Torino dal 2014 ed è un egittologo con una grande esperienza in ambito museale. Lo scorso anno è stato dichiarato “Torinese dell’Anno 2023”. Contro di lui pomelizzò nel 2018 l’attuale premier Giorgia Meloni, per una iniziativa che cercava di portare al museo le persone di lingua araba. A settembre dell’anno scorso, fu la Lega piemontese a cercare di mettere in difficoltà Greco, a cui fece eco anche il deputato vicentino Erik Umberto Pretto, che definì “pregna di ideologie o condizionata da interessi politici di parte” le iniziative del direttore del Museo Egizio di Torino. In favore di in favore di Greco, in quella occasione, furono con una Lettera ben 92 esponenti della comunità scientifica Egittologica internazionale. L’attuale incarico di Greco scade a giugno 2025. Nulla vieta, ovviamente, che anche in forza della qualità dei risultati del suo operato, possa essere riconfermato alla direzione del museo più antico, a livello mondiale, interamente dedicato alla civiltà nilotica e, per valore e quantità dei reperti, il più importante al mondo dopo quello del Cairo.