Spettacolando – Il ritorno di Antonio Rezza e Flavia Mastrella con “Pitecus” all’Astra per “Terrestri?”

“Pria che l’uomo canti due volte e rinneghi il suo spirito libero, lì, a contatto di gallo, l’uomo alzerà gomito e cresta e cozzerà le sue basse ambizioni contro un soffitto di inutile speranza”. Lo storico spettacolo Pitecus di Antonio Rezza e Flavia Mastrella torna all’Astra di Vicenza sabato 24 febbraio alle 21. I due artisti, massimi esponenti del teatro di ricerca italiano, sono i protagonisti del prossimo appuntamento di Terrestri?, la rassegna di contemporaneo curata dal Centro di Produzione Teatrale La Piccionaia per il Comune di Vicenza con il sostegno del Ministero della cultura e della Regione del Veneto, della Banca del Veneto Centrale e la collaborazione tecnica di Nardi Out Door.

Una bella occasione per rivedere la prima creazione dei due Leoni d’Oro alla carriera nel 2018 andata in scena per la prima volta nel 1995: “È uno spettacolo che analizza il rapporto tra l’uomo e le sue perversioni : laureati, sfaticati, giovani e disperati alla ricerca di un’occasione che ne accresca le tasche e la fama, pluridecorati alla moralità che speculano sulle disgrazie altrui, vecchi in cerca di un’identità che li aiuti ad ammazzare il tempo prima che il tempo ammazzi loro, persone che tirano avanti una vita ormai abitudinaria, individui che vendono il proprio corpo in cambio di un benessere puramente materiale, esseri che viaggiano per arricchire competenze culturali esteriori e superficiali”, spiega la scheda artistica”.

Con Pitecus , i due registi di cinema e creatori di performance sceniche surreali, che da trent’anni anni distruggono le regole della sintassi teatrale, cinematografica e artistica, raccontano “storie di tanti personaggi, un andirivieni di gente che vive in un microcosmo disordinato: stracci di realtà si susseguono senza filo conduttore, sublimi cattiverie rendono comici ed aggressivi anche argomenti delicati”, termina la scheda artistica. “Non esistono rappresentazioni positive, ognuno si accontenta, tutti si sentono vittime, lavorano per nascondersi, comprano sentimenti e dignità, non amano, creano piattume e disservizio”.

 

Paolo Tedeschi