Spettacolando – La poetica di Diodato per una chiusura in bellezza di Vicenza in Festival

Credit: Paolo Tedeschi

Giovedì 4 settembre nella scenografica Piazza dei Signori, con il concerto di Diodato si è chiuso Vicenza In Festival: una di quelle serate destinate a rimanere nella memoria del pubblico. L’artista tarantino (in realtà è nato ad Aosta ma il suo sangue è tutto del Sud), capace come pochi di coniugare intensità emotiva e raffinatezza musicale, ha portato sul palco un viaggio dentro i sentimenti e le fragilità dell’animo umano.

Diodato si nutre di quella sensibilità che ti fa percepire l’aria in un modo diverso: inspira, espira e  scrive parole che poi ti entrano dentro ogni volta che le ascolti. Certo, ha sofferto come un cane per amore come tutti, ma poi non tutti scrivono canzoni così (quindi grazie Levante, che lo hai ispirato).

Il calore con cui Diodato è stato accolto sul palco era palpabile, un abbraccio collettivo di un pubblico trasversale quanto emozionato. Come se tutti volessimo dirgli: “Vieni qui, non ti preoccupare, lo so come ti senti, è successo anche a me”. Cantiamoci su che poi passa.
Il concerto è stato una piccola opera d’arte: arrangiamenti curati nei minimi dettagli, una band affiatata e la sua voce dal timbro inconfondibile, capace di riempire lo spazio con delicatezza e potenza. E poi non tutti hanno sul palco un violino che ti accompagna.
E’ stata una passeggiata sul mare al tramonto, trasformata in una danza, soave e leggera, fino all’esplosione di “Fai rumore”, – vittoria a Sanremo nel 2020 – cantata a squarciagola da tutti.

Dopo le lacrime scese con “Fino a farci scomparire” è arrivata “Che vita meravigliosa” così, da alternare malinconia a slanci di speranza, perché non è male uscire da un concerto con un sorriso.
Diodato non ha bisogno di effetti speciali per conquistare il pubblico: è bravo e ha uno sguardo puro, di quelli che quando ti sorride o canta ci credi. Così le sue parole avvolgono come una coperta di lana leggera, che ti scalda se hai freddo, ma mantiene la temperatura e lascia respirare la pelle se il clima è mite.
Non ha la verve della rockstar Diodato e non fa niente per cercarla. E’ una persona normale, è uno come noi che però ha una bella voce, scrive canzoni che abbiamo voglia di ascoltare e suona con una super band. Così ci portiamo a casa una serata emozionante e vera,  col sapore di una polaroid, senza i filtri di Instagram.

Paolo Tedeschi
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