Case green, via libera dell’Ue. L’Italia vota contro, Giorgetti: “Chi paga?”

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La direttiva sulle case green arriva al traguardo. I ministri europei dell’Economia e delle finanze, riuniti al Consiglio Ecofin a Lussemburgo, hanno confermato l’accordo raggiunto con l’Eurocamera a dicembre sulle nuove norme per rendere il parco immobiliare dell’Unione a emissioni zero entro il 2050. Tutti d’accordo, tranne  Italia e Ungheria che hanno votato contro l’intesa. Repubblica Ceca, Croazia, Polonia, Slovacchia e Svezia si sono invece astenute.

Ora la direttiva sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea e dopo 20 giorni entrerà in vigore. Da quel momento, i 27 Paesi membri avranno due anni di tempo per preparare – supervisionati da Bruxelles – piani nazionali di ristrutturazione, ovvero tabelle di marcia per indicare la via che intendono seguire per centrare gli obiettivi.

In Italia, fin dalla sua presentazione, la proposta sulle case green ha alimentato un’aspra polemica soprattutto per l’assenza di finanziamenti da parte Ue. Problematica ribadita oggi dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. “È una direttiva bellissima, ambiziosa, ma alla fine chi paga?” lamenta Giorgetti, spiegando: “Abbiamo esperienze in Italia in cui pochi fortunelli hanno rifatto le case grazie ai soldi che ci ha messo lo Stato”.

Secondo l’intesa, almeno il 16% degli edifici pubblici con le peggiori prestazioni rispetto al 2020 andrà ristrutturato entro il 2030 e il 26% entro il 2033. Per le case si applicherà un obiettivo di riduzione del consumo energetico del 16% dal 2030 e del 20-22% entro il 2035. Per garantire flessibilità, gli Stati potranno scegliere di applicare esenzioni per gli edifici storici, agricoli, militari e per quelli utilizzati solo temporaneamente. Gli Stati dovranno installare i pannelli solari solo sui nuovi edifici pubblici e avranno tempo fino al 2040 per dire addio alle caldaie a combustibili fossili.