Bozza Recovery Plan: 196 miliardi. Green e digitalizzazione in pole

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Giornata infuocata sulle decisioni che riguardano il Recovery Plan. Nella premessa della bozza il premier Giuseppe Conte ha scritto: “occorre un progetto chiaro, condiviso e coraggioso per il futuro del Paese”. Secondo il presidente del Consiglio, il Recovery Plan,servirà per “uscire da questa crisi e portare l’Italia sulla frontiera dello sviluppo europeo. “Per l’Italia in particolare, oltre a recuperare il terreno perduto con la crisi pandemica, si tratta di voltare pagina rispetto al passato”, ha aggiunto Conte.

Ma Italia Viva è sul piede di guerra. “Ad una prima sommaria lettura la bozza sulla governance del Recovery inviata ai Ministri stanotte appare opaca, e presenta profili di incostituzionalità. Non abbiamo alcun bisogno di strutture parallele, che esautorano Ministri, Ministeri e Parlamento, accentrando e spostando altrove il cuore del processo, decisivo per l’Italia dei prossimi 10 anni”, scrive su Facebook la ministra Teresa Bellanova, capo delegazione di Iv al governo.

Secondo la bozza del Recovery Plan, la parte più cospicua dei 196 miliardi previsti per il ‘Piano nazionale di ripresa e resilienza’ andranno, al capitolo ‘Rivoluzione verde e transizione digitale’: ovvero 74,3 miliardi pari al 37,9% delle risorse da allocare.

Secondo obiettivo: ‘Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura’. In questo caso saranno 48,7 i mld assegnati, pari al 24,9%.

A ‘Infrastrutture per una mobilità sostenibile’: sarebbero destinati 27,7 mld pari al 14,1%.

Per ‘Istruzione e ricerca’: sono previsti 19,2 mld pari al 9,8% delle risorse da allocare.

Alla missione ‘Parità di genere, coesione sociale e territoriale’: 17,1 mld pari all,8,7%.

Infine, alla ‘Salute’: andrebbero 9 mld di euro pari al, 4,6% delle risorse.

Nella bozza si prevede anche un meccanismo di vigilanza. ”Sull’attuazione del Pnr vigilerà con compiti di indirizzo, coordinamento e controllo un Comitato esecutivo, composto da presidente del Consiglio, ministro dell’Economia e ministro dello Sviluppo economico. Il ministro degli Affari europei, d’intesa con il ministro degli Affari esteri e delle cooperazione internazionale, vengono inoltre individuati quali referenti con la Commissione europea per tutte le attività legate all’attuazione del piano. Il Comitato può delegare a uno dei propri componenti, senza formalità, lo svolgimento di specifiche attività.

Si ritiene inoltre, di dover procedere alla individuazione di un ‘Responsabile di missione’ in ciascun settore interessato dal piano”. Responsabile “al quale sia demandata la responsabilità generale di assicurare la celere ed efficace attuazione del piano stesso, la costante verifica circa il rispetto del cronoprogramma nonché il compito di adoperarsi, anche attraverso l’attivazione di poteri sostitutivi, per favorire il superamento di situazioni di inerzia o comunque ostative alla realizzazione dell’intervento programmato”, si legge ancora nella bozza.
Previsti inoltre “resoconti periodici dell’andamento del PNRR al Parlamento nazionale e alla Commissione europea”.

La spinta al PIL (sempre secondo la bozza) sarebbe dello 0,3% nel 2021, in crescita negli anni successivi. “È evidente quanto sia cruciale per le prospettive di espansione dell’economia e per la sostenibilità del debito pubblico selezionare progetti di investimenti pubblici ad alto impatto sulla crescita e accrescere l’efficienza delle Amministrazioni pubbliche preposte ad attuare tali progetti”.