La Bce e i dati sull’inflazione Usa affossano le Borse

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Come molti analisti avevano previsto per una serie di motivi dovuti alla contingenza economico-finanziaria, è stato un venerdi nero per i mercati europei. Maglia nera del Vecchio Continente: la Borsa di Milano. Piazza Affari, infatti, archivia la settimana affondando in chiusura: il Ftse Mib cede il 5,17% a 22.547,48 punti.

I motivi del profondo rosso. Il crollo è da addebitare agli annunci della Banca centrale europea, ovvero: rialzo dei tassi e sospensione del QE, il Quantitative Easing; l’allentamento quantitativo. Ma a dare la mazzata ai listini sono stati soprattutto i nuovi dati sull’inflazione degli Stati Uniti che peraltro ormai fanno scommettere su tre prossimi rialzi dei tassi anche da parte della Fed, la Banca centrale americana.

Borse europee dunque zavorrate da una Bce più aggressiva del previsto sui tassi, e dal dato sull’inflazione americana di maggio. Un dato quest’ultimo, salito più delle previsioni: ai massimi degli ultimi 40 anni. E come detto, alimentando i timori di interventi da parte della Fed. Sul fronte titoli, a Milano pioggia di vendite sui bancari. Male anche lo spread Btp/Bund che vola a 225 punti.

Le altre Borse europee nel dettaglio e i titoli crollati a Milano. Parigi ha perso il 2,69%, Francoforte il 3,05%, Londra il 2,17%. A Piazza Affari vanno a picco le banche: maglia nera a Bper (-12,92%), seguita da Banco Bpm (-12,05%), Fineco (-9,47%) e Unicredit (-9,1%). Fatto ancor più preoccupante: nessun titolo del paniere principale ha chiuso col segno più.