Tensione su Iva e taglio dei parlamentari. Per l’evasione commercialisti nel mirino

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Tensione sulle ipotizzate rimodulazioni dell’Iva, il M5s ribadisce il no a qualsivoglia aumento, e sottolinea che blocco dell’Iva e taglio dei parlamentari sono i due principi su cui nasce il governo. Intanto Italia Viva attacca il ministro Boccia, che aveva ipotizzato una rimodulazione, ma lui ribadisce: “rimodulare le aliquote rivedendo i panieri entro la legislatura è dovere di un governo nato con le intenzioni di ridurre le ingiustizie nella società”. Per l’ex numero uno Inps Tito Boeri, lo stop agli aumenti è solo una procrastinazione, con un rinvio ai posteri del fardello.

“Lo stiamo dicendo da settimane, basta con titoli fuorvianti e false ricostruzioni. L’Iva non si aumenta”. Così in una nota la vice ministro dell’Economia, Laura Castelli, commentando il titolo scelto dalla Stampa, che il viceministro non cita, per una sua intervista pubblicata oggi. Quello che Castelli, invece, avrebbe voluto nella prossima manovra “è l’assegno unico per le famiglie” che, però non ci sarà, perché “governare non è una cosa semplice. Gli uffici non sono riusciti ancora a raccogliere tutti i dati necessari”.

Anche fonti del M5S, attraverso l’Ansa, si erano espresse sul tema: “Ancora oggi sui giornali sentiamo parlare di ‘rimodulazione’ dell’IVA. Lo ribadiamo per l’ennesima volta: no a giochini e giri di parole, l’IVA non deve aumentare.Questo governo nasce su due principi fondanti: il blocco dell’iva e il taglio dei parlamentari. Se uno dei due viene meno, allora si perde il senso di questo governo”.

Intanto Daspo ai commercialisti e carcere, fino a sei anni, per i prestanome. Sono alcune delle misure anti-evasione pensate dal governo per trovare i 7 miliardi che mancano nella prossima Legge di Bilancio. Prevista la sospensione della professione, temporanea o permanente in base alla gravità della violazione, per i commercialisti che certificano in modo fraudolento crediti inesistenti. “A noi commercialisti viene chiesto di rispettare le regole”, accusa Marco Cuchel, presidente ANC, “ma noi chiediamo anche alla pubblica amministrazione di rispettarle. E’ impossibile lavorare improvvisando, senza certezze, specialmente in una materia così difficile e rischiare di sbagliare ai danni dei nostri clienti.”

Sul Mezzogiorno è invece tornato il premier Giuseppe Conte in una lettera inviata a ‘L’Unione Sarda’: “Il governo è al lavoro per dare vita a una nuova stagione di investimenti per il Sud: oltre a i Cis stiamo lavorando a un grande Piano strutturale per il Mezzogiorno, per rafforzare la capacità di spesa e l’incisività dei fondi per il territori e per i Comuni del Sud”.

Il presidente del Consiglio nel giorno del suo arrivo a Cagliari per l’avvio del tavolo per il Contratto istituzionale di sviluppo per l’area di Cagliari, ha anche sottolineato l’impegno “per lo sblocco dei cantieri e il rilancio di vaste aree del Paese attraverso un Green new deal”. Questo significa “più spazi di bilancio per gli investimenti verdi che si traducono un più occupazione, innovazione, tutela dell’ambiente con ricadute positive in termini economici per le famiglie”.