Valbruna, Bolzano non ferma il bando. La Regione Veneto pronta a ricorrere al Tar

La giunta della Provincia Autonoma ha deciso di non ritirare il bando sulle aree Valbruna a Bolzano (di proprietà provinciale) e la Regione Veneto è pronta a scendere in campo al fianco dell’azienda con quartier generale a Vicenza, ipotizzando di costituirsi parte civile in un ricorso al Tar per difendere i 1.800 posti di lavoro tra Vicenza e Bolzano.
La consapevolezza a Venezia è che la decisione metta a rischio “un’eccellenza strategica della siderurgia veneta”. La Provincia Autonoma di Bolzano ha confermato infatti la propria decisione di proseguire con la gara, indetta il 26 agosto scorso e che prevede la concessione del diritto di superficie sui terreni industriali di proprietà provinciale. Una mossa che ha sollevato forti preoccupazioni, poiché l’azienda vicentina aveva già manifestato la volontà di acquistare le aree, senza tuttavia ottenere risposta.
Oggi, la doccia fredda, a pochi giorni dalla riunione a Roma del 4 novembre scorso, nel quale il Ministro delle Imprese e deUna doccia frel Made in Italy ha annunciato l’intenzione di esercitare il Golden Power.
Il caso Valbruna era stato portato al tavolo del Ministero del Made in Italy poiché l’oggetto, la struttura e gli oneri previsti dal bando generavano un grave allarme rispetto alle possibilità dell’azienda di assicurare la continuità produttiva anche in caso di eventuale partecipazione e aggiudicazione. Un allarme che, oltre a riguardare i 571 addetti dell’impianto bolzanino, interessa direttamente anche i 1.197 lavoratori dello stabilimento di Vicenza, funzionalmente interconnesso al precedente e le cui produzioni verrebbero cessate e spostate all’estero in caso di espulsione dalle aree di Bolzano.
Le preoccupazioni sollevate a fronte del rischio che l’area potesse essere oggetto di assegnazione a imprese di natura diversa o anche a speculazioni di altro tipo, avevano ricevuto conforto nel riconoscimento di strategicità delle inerenti produzioni siderurgiche da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri nell’ambito dell’istruttoria sul Golden Power e l’eventuale esercizio di poteri speciali da parte dello Stato. La richiesta di ritirare il bando era stata conseguentemente avanzata dalla Regione del Veneto, dal Comune di Vicenza e dalle parti sociali presenti al tavolo ministeriale dello scorso 4 novembre. A tale richiesta si sono associati un gran numero di rappresentanti politici e istituzionali bolzanini e veneti, ma anche nazionali ed europei senza distinzione di colore politico.
La Regione del Veneto, che al tavolo ministeriale aveva comunicato la possibilità di proporsi a fianco dell’azienda nel ricorso proposto al Tar di Bolzano per l’annullamento del bando, nei prossimi giorni valuterà la costituzione in giudizio a tutela dell’attività aziendale, ritenuta strategica per il tessuto economico – produttivo regionale e per l’occupazione.
Acciaierie Valbruna, giornata-clou a Bolzano. La Provincia Autonoma decide sul bando
La Fim-Cisl: “Abbiamo assistito a una non decisione”
“Sulla vicenda della gara per le Acciaierie Valbruna a Bolzano, la Giunta della Provincia Autonoma – commenta Maurizio Montini della segreteria Fim-Cisl di Vicenza – ha preso atto degli elementi emersi: strategicità del sito, diffida e ricorso promossi dalla proprietà. Ma invece di assumersi la responsabilità politica di sospendere l’iter del bando, ha scelto di rimandare ancora. Si è scelto di ‘dare incarico all’avvocatura’, non di decidere. Intanto i tempi scorrono: il 14 novembre per manifestare l’interesse al sopralluogo del sito di Bolzano, di cui non abbiamo ricevuto chiarezza nemmeno dall’azienda; il 17 dicembre l’udienza al Tar per la diffida. Intanto i lavoratori continuano a vivere nell’incertezza. Le filiere e gli investimenti che devono programmare il 2026 non hanno chiarezza. La competitività si gioca ora, non a fine anno. Seppure la Giunta bolzanina ribadisca di voler tutelare il sito siderurgico, la produzione e l’occupazione le parole non bastano. La continuità industriale non si difende solamente con la tattica politica e burocratica; si difende con atti chiari. Oggi si poteva decidere”.
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