Asia, Daniele, Benedetta, Mattia e Emma. E la fatica di essere genitori oggi

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Foto Repubblica.it

Il dramma che si è consumato la notte scorsa alla discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, in provincia di Ancona, lascia muti. Cinque vite giovanissime spezzate in una sera che doveva essere di festa. Una mamma, che era andata lì ad accompagnare la figlia, morta fuggendo da una sala invasa dal gas urticante. Sette giovani che lottano fra la vita e la morte nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Ancona.

I volti delle vittime sono uguali a quelli dei nostri figli e dei loro amici. Asia Nasoni, 14 anni; Daniele Pongetti, 16 anni; Benedetta Vitali, 15 anni; Mattia Orlandi, 15 anni; Emma Fabini, 14 anni. Con loro ha perso la vita anche Eleonora Girolimini, 39 anni.

Chi ha un adolescente in casa sa cosa vuol dire accompagnare la propria figlia o il proprio figlio a feste, concerti e discoteche. Ricorda bene le raccomandazioni, gli sguardi indagatori sul luogo, gli amici, gli altri avventori. Conosce bene il timore che si ubriachino o che si droghino, che incontrino persone brutte, che facciano un incidente in scooter. Ha sperimentato la paura che cedano alla tentazione degli shottini, dei cocktail, della birra, spesso dati a minorenni anche se è vietato, perché non sempre i baristi chiedono la carta d’identità  e magari basta presentarsi al bancone con un maggiorenne per aggirare il divieto. Un genitore se ha occhio sa riconoscere, con rabbia, un figlio che torna a casa brillo o “fatto” perchè fa figo, perchè “ci si diverte di più”. Di fatto, perchè ci si sente soli e inadeguati. Un genitore conosce la paura che fumino canne, o che si impasticchino.

Un padre, una madre, sanno tutto questo e ora faticano a trovare le parole per questa tragedia che sentono di conoscere da vicino. Sentono la disperazione dei genitori di Asia, Daniele, Benedetta, Mattia e Emma. Riconoscono nei ragazzi che ieri sera erano alla discoteca Lanterna Azzurra i propri, di ragazzi, convinti di avere la vita in pugno con la sicurezza, la sfrontatezza e anche l’irresponsabilità tipica di quell’età.

Il padre o la madre di un giovanissimo, alla ricerca di un metro di misura (poi sempre inadeguato) è costretto a ricordare cosa ha combinato alla stessa età di sui figlio. Sa cosa vuol dire portare in discoteca quattro adolescenti in auto, sapendo che un altro genitore li riporterà a casa a notte fonda. Ha visto le bottiglie di alcolici vuote nei parcheggi, i ragazzi che escono barcollanti. Perchè bevono e fumano un sacco, gli adolescenti di oggi. La voglia di trasgressione di questa età non è però tanto diversa da quella di chi è stato giovane negli anni settanta, ottanta, novanta. Anzi, forse sono anche più rassegnati. Inutile dire “mio figlio no”, inutile bacchettare e basta. Qualche sonoro “no” è fondamentale, ma come genitori si sa che vietare e basta è utile solo a ottenere l’effetto contrario. Bisogna cercare di conoscere un po’ il mondo in cui i giovanissimi sono immersi. Per tenere insieme la voglia di proteggerli e la consapevolezza di dover un po’ alla volta lasciarli andare, facendoli stare in piedi sulle loro gambe, facendo di tutto perchè non si facciano troppo male. E tutto questo oggi succede a un’età sempre più giovane.

Non stupisce allora che ieri sera ci fossero alla Lanterna Azzurra anche genitori. La musica per i ragazzi è fondamentale, è la colonna sonora mentre vanno a scuola, quando tornano, a volte quando studiano. Una musica che noi adulti il più delle volte non sappiamo e non possiamo apprezzare. Sfera Ebbasta, Ghali, Salmo, Gemitaiz, Dark Polo Gang, Nitro. diventano nomi su cui genitori e figli tessono battaglie musicali. Alcuni fanno testi anche interessanti.

Sfera Ebbasta, di norma, non può piacere ai genitori, ma anche questo è tipico di ogni generazione. Considerato uno dei fenomeni musicali degli ultimi anni, ha più di un milione e mezzo di follower solo su Instagram. Si chiama Gionata Boschetti, è di Cinisello Balsamo, la periferia triste di Milano. E’ tutto tatuaggi e denti d’oro, occhialoni  e capelli colorati. Le sue canzoni trap (sottogenere del rap), parlano di sesso, consumismo, droga (fino a poco fa non nascondeva di farsi di purple drank, un mix violaceo di farmaci e bibite e spessissimo si fa fotografare mentre fuma canne). Insomma, non proprio messaggi edificanti. Con questo scenario, è plausibile che molti ragazzi ieri sera fossero alterati dall’alcol e dalla droga e questo ha complicato i problemi di sovraffollamento del locale nel momento della tragedia.

La Lanterna Azzurra è un locale, da quel che si intravvede nelle immagini, piccolo, con uscite d’emergenza vecchie e totalmente inadatte. I biglietti venduti (evidentemente non solo per le vie ufficiali) erano 1400 per una capienza massima della sala da 460 posti: la smania di far soldi, il cinismo sulla pelle di giovani vite colpisce particolarmente in questo dramma. Viene da riflettere anche sui rischi che l’uso dello spray urticante sta creando in giro per l’Italia da quando ne è stato ammesso il commercio. Nei concerti di rapper e trapper (e non solo) è successo più volte. Senza andare lontano, è accaduto a fine ottobre anche in un noto locale di Thiene che, in mezzo alla pista piena di adolescenti che ballavano. qualcuno abbia spruzzato spray urticante, costringendo tutti ad uscire. Per fortuna senza problemi per nessuno, in questo caso.

Tanti gli aspetti, tante le criticità attorno al divertimento dei giovanissimi e attorno al dramma della notte scorsa. Le indagini diranno cosa è successo al Lanterna Azzurra, ma madri e padri hanno già grandi responsabilità nell’aiutare a cresce questi giovanissimi, proteggendoli dalle dipendenze e dal fascino del rischio, accompagnandoli a diventare adulti: non possono anche proteggerli da chi per sete di guadagno non rispetta le minime normative sulla sicurezza e manda allo sbaraglio 1400 giovanissimi. Ma una punizione severa sarà sempre troppo poco.

Fa rabbia vedere le immagini dei ragazzi in fuga. Qualsiasi punizione non riporterà a casa Asia, Daniele, Benedetta, Mattia e Emma. E nemmeno Eleonora, mamma di quattro figli. Non cancellerà la paura di chi, in quel dancing, ieri sera era andato per sentire una “rockstar” ed è improvvisamente diventato adulto nel modo peggiore in cui questo potesse accadere.