Casi di Legionella nel quartiere di Laghetto: controlli di Viacqua e Ulss 8 Berica

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Un anziano morto e tre ricoverati in condizioni più o meno gravi, tutti concentrati nel quartire di Laghetto a Vicenza: la legionella spaventa in città e sta mettendo in allarme Ulss 8 e autorità pubbliche, che stanno monitorando la situazione per capire l’origine dei casi.

A perdere la vita per il batterio del legionario, che può provocare una forma grave di polmonite, è stato un anziano di 73 anni. Gli altri tre casi sono in fase di accertamento da parte dell’Ulss 8 Berica e riguarderebbero anche persone già affette anche da altre patologie.

Sul fatto si muove intanto Viacqua, la società che gestisce a Vicenza l’acqua potabile, che si è subito attivata per effettuare alcuni campionamenti sulla propria rete idrica che serve la zona.
Periodicamente infatti Viacqua esegue anche un’apposita campagna contro questo batterio. L’attività più recente, che ha coinvolto proprio l’area di Laghetto, risale alla fine del mese di settembre di quest’anno: in quella occasione le analisi compiute avevano dato esito negativo.
Nella serata di ieri è stata inoltrata anche a Viacqua una comunicazione ufficiale, da parte di un privato cittadino,  di due casi che hanno interessato uno stesso edificio del quartiere che sorge nell’area a nord del centro berico, al confine con la frazione di Polegge.
Sono stati pertanto attivati immediatamente i tecnici interni della società che nella giornata di oggi hanno effettuato alcuni campionamenti in punti ben precisi, arrivando fino ai contatori dove ha inizio l’impianto privato. I materiali raccolti sono stati avviati con urgenza per un’analisi approfondita i cui esiti, legati agli specifici procedimenti necessari in laboratorio, saranno disponibili entro sette giorni.

Va detto che di soliti più che gli impianti acquedottistici, i fenomeni di legionellosi si sviluppano a partire da vapori acquei (ad esempio è accaduto in passato anche nel vicentino che l’origine fosse individuata all’interno di piscine pubbliche. In ogni caso per il presidente di Viacqua, Giuseppe Castaman, “va esclusa la possibilità della presenza del batterio all’interno dell’acquedotto. Si tratta infatti di un patogeno che nella maggior parte dei casi prolifera negli impianti sanitari privati, dove controlli ed eventuali sanificazioni non sono così frequenti come invece avviene per la rete idrica potabile. L’emersione di due distinti casi collegati ad uno stesso stabile al momento ci fa pensare ad un fenomeno ben delimitato. Abbiamo tuttavia voluto usare una ulteriore premura ed effettuare questi campionamenti poiché riteniamo sia giusto dare rassicurazioni ai residenti che in questi giorni sono stati allarmati anche da alcuni articoli comparsi sulla stampa locale. Non appena disponibili gli esiti daremo opportuna comunicazione.”

L’Ulss 8, che ancora non ha reso pubblici i risultati dei primi controlli, ritiene che i casi potrebbero avere anche origine altrove. Come spiega l’Istituto Superiore di Sanità la malattia del legionario, più comunemente definita legionellosi, è un’infezione polmonare causata dal batterio Legionella pneumophila, presente negli ambienti acquatici naturali e artificiali, come acque sorgive, comprese quelle termali, fiumi, laghi, fanghi. Da questi ambienti raggiungono quelli artificiali, come condotte cittadine e impianti idrici degli edifici, quali serbatoi, tubature, fontane e piscine, che possono agire come amplificatori e disseminatori del microrganismo, creando una potenziale situazione di rischio per la salute umana. La legionellosi viene normalmente acquisita per via respiratoria mediante inalazione, aspirazione o microaspirazione di aerosol contenente il batterio. Le goccioline si possono formare sia spruzzando l’acqua che facendo gorgogliare aria in essa, o per impatto su superfici solide. Fattori predisponenti la malattia sono l’età avanzata, il fumo di sigaretta, la presenza di malattie croniche, l’immunodeficienza.
La Malattia del Legionario, dopo un periodo di incubazione variabile da 2 a 10 giorni (in media 5-6 giorni), si manifesta come una polmonite infettiva, con o senza manifestazioni extrapolmonari. Nei casi gravi può insorgere bruscamente con febbre, dolore toracico, dispnea, cianosi, tosse. Nei casi meno gravi l’esordio può essere insidioso con febbre, malessere, osteoartralgie, tosse lieve.