La Staro-Campogrosso chiude i Campionati Italiani Mountain&Train Running 2019

Una quattro giorni dedicata alla corsa in natura quella che ha interessato le Piccole Dolomiti che dal 25 al 28 luglio si sono vestite di tricolore grazie a quasi 1000 atleti giunti da tutta Italia. Dopo la Maistrack Summano Vertical che, su 86 concorrenti iscritti, ha incoronato gli inaspettati Francesco Lorenzi e Giovanna Ricotta sui 3,2 km e 1000 metri di dislivello, la kermesse sportiva è entrata nel vivo dando il via alle prove sulle lunghe distanze. A causa delle pessime condizioni meteo che hanno interessato le zone montane e non solo tra sabato e domenica, la Direzione di Gara è arrivata alla decisione di apportare una variazione di percorso che ha riguardato sia la gara Ultra Trail che la gara Marathon del tracciato Trans d’Havet. Il cambiamento del percorso è scattato dal passo di Campogrosso. Sono stati purtroppo scartati la salita al Rifugio Fraccaroli per il Boale dei Fondi e i saliscendi sul gruppo delle Tre Croci. Il nuovo percorso è sceso a Recoaro Terme per risalire a Recoaro Mille, quindi alla Sella del Campetto per ridiscendere al Passo della Porta, contrada Gebbani e casa Sacco, reimmettendosi a questo punto negli ultimi chilometri del tracciato classico fino a Valdagno.

Fra i 266 iscritti, ad imporsi nel lungo Ultra Trail di 80 km e 5.500 metri di dislivello, è stato il valtellinese Giovanni Tacchini (G.S. C.S.I. Morbegno) che lungo la passerella dell’arrivo ha portato in trionfo anche il piccolo Fabio, nato a fine gennaio dalla moglie e già campionessa del mondo di corsa in montagna, Alice Gaggi. Per lui il cronometro si è fermato a 09:58:55. A 20 secondi è arrivato il valdagnese Mirko Cocco seguito da Stefano Maran, staccato di oltre mezz’ora. Al femminile l’architetto vicentino Francesca Pretto (Atletica Vicentina) ha siglato il suo terzo successo consecutivo, infilando anche il titolo italiano con il tempo finale di 11:16:40, distanziando per bene un’altra berica doc del calibro di Alessandra Boifava chiudendo con il tempo di 11:32:05. A completare il podio, infine, è arrivata Anna Conti, già vincitrice nella prova Marathon nel 2016, anno in cui aveva siglato anche il record di percorrenza sui 40 km di casa Trans d’Havet.

“È stata una gara strana -commenta al termine della corsa Giovanni Tacchini, medaglia d’oro all’Ultra Trail- Sono partito molto forte in compagnia di Enzo Romeri e Roberto Mastrotto. In cima alla prima salita li ho staccati leggermente per poter prendere la discesa davanti. Non mi aspettavo di riuscire a fare il vuoto in discesa, anche perché non sono un fortissimo discesista. Ho continuato a spingere per rimanere in testa, non mi aspettavo di riuscire a mantenere il distacco fino all’arrivo. Ho trovato il percorso molto bello nella parte iniziale. La variante me l’aspettavo meno lunga, comunque, fa parte del gioco, credo che sia stata una decisione giusta quella presa dagli organizzatori.”
“Ci speravo nella vittoria -commenta Francesca Pretto– Sono stata indecisa fino all’ultimo se partecipare o meno a questa Trans d’Havet, in quanto fra un mese ho un appuntamento molto importante sul Monte Bianco e voglio arrivarci preparata. È un’impresa ardua fare una Trans d’Havet e tra un mese avere già una prova di altissimo livello. Il meteo, fortunatamente, è stato dalla nostra parte. La salita di Montefalcone era molto tosta, specialmente perché era al sessantesimo chilometro e ci ha colti già stanchi.”

Nella prova Marathon, che ha registrato 327 runners, la vittoria è andata al comasco portacolori del team La Recastello Radici Group, Fabio Ruga (03:41:55) che si è imposto nell’ordine sul vicentino Francesco Lorenzi, sul gradino più alto del podio alla prova Vertical di Santorso, e sul bresciano Filippo Bianchi. Una dilagante Barbara Bani (Free-zone), argento a squadre ai mondiali 2017 di trail a Badia Prataglia, si è poi imposta nella prova in rosa con un tempo di 04:10:47, 21′ davanti alla biker triestina Nicol Guidolin e ad una verticalista purosangue come la torinese Chiara Giovando.

E il gran finale della manifestazione tricolore organizzata dall’Ultrabericus Team non poteva che concludersi sull’Alpe di Campogrosso con una giornata dedicata alla corsa in montagna. Sui 13,4 km e 1.250 metri di dislivello che collegano Recoaro Terme a Campogrosso si è disputata sotto una pioggia battente la gara valida come prima prova solo salita per l’assegnazione dei titoli di campione italiano di corsa in montagna Individuali e di società Promesse e Senior. Da Staro, frazione di Valli del Pasubio (VI) si sono staccati anche i percorsi validi per la prima prova solo salita per l’assegnazione dei titoli di campione italiano di corsa in montagna Individuali e di società Junior (6,3 km, 800 metri di dislivello) e per la gara Open sulla classica Staro-Campogrosso (8,4 km, 850 metri di dislivello).  Con il tempo di 01:13:58 la bresciana Valentina Belotti ha messo a tappeto la compagna di squadra Elisa Desco con un vantaggio di 1’36” e la giovanissima portacolori dell’Atletica Saluzzo Alessia Scaini. In campo maschile primo fra tutti l’ingegnere trentino Cesare Maestri che ha siglato il tempo di 01:03:14; a 36 secondi il suo compagno di team Xavier Chevrier e a 1’15” Martin Dematteis.

“Sono molto contenta di come è andata, ma è stata dura -dichiara al termine della sua fatica Valentina Belotti– Non sono abituata a fare prove così lunghe in salita, quindi ho patito un pò soprattutto negli ultimi chilometri. Sono partita forse un pochino forte, ma nel primo tratto in falsopiano ho sentito che comunque le gambe giravano e ho lasciato fare a loro. Nella discesa intorno al quinto chilometro ho cercato di limitare i danni, non essendo io una discesista. Fortunatamente non sono tornate sotto altre atlete e poi ho solo stretto i denti. Sabato prossimo correrò il Vertical a Malonno, poi mi concederò un periodo di allenamento in altura in Svizzera dopo di che guarderò alla seconda prova di campionato italiano il 22 settembre ad Arco. Per me questa è stata una stagione travagliata, in 3 mesi ho avuto due polmoniti e il risultato di oggi è stato a dir poco un miracolo. Il recupero è stato veloce ma faticoso, ho dovuto lavorare molto. Le mie specialità sono sempre state i cross, ma ora li ho dovuti un pò abbandonare per dedicarmi di più alla montagna.”

“Lo scorso inverno ho corso molto forte nelle campestri -spiega Cesare Maestri– un infortunio in primavera mi ha però fermato per 2-3 mesi. A giugno sono rientrato direttamente per la selezione agli Europei dove alla fine è andata molto bene, con un quinto posto. Da lì in avanti le gare sono sempre andate bene e oggi non posso che essere felice per il risultato. Ora l’obiettivo è di far sempre bene nelle prossime gare per cercare di qualificarmi ai mondiali di novembre in Argentina. Per me è stata la prima volta in queste zone, ma la prova mi è piaciuta molto perché c’era parecchio dislivello in salita, ma tutta da correre. Non amo le salite troppo dure. Il meteo è stato anche clemente e comunque il percorso era segnato molto bene. Spero di poter ripetere questo percorso nei prossimi anni, magari con il bel tempo perché mi sono divertito molto.”