Nel Vicentino si perdono sempre più validi infermieri: la denuncia del sindacato

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“Si stanno perdendo professionalità di altissimo livello e con esperienza, che non hanno mai e ripeto mai creato problemi all’organizzazione del lavoro”. L’allarme giunge dal sindacato Nursind di Vicenza, che racchiude il personale infermieristico delle professioni sanitarie. Uno spaccato della realtà del settore che stride con gli aspetti positivi indicati nella relazione sull’anno 2017 sui temi salariali. Infermieri e affini, in altre parole, risultano sempre più logori dalla turnazione e attratti dal privato. E, rincarando la dose, viene denunciata l’inerzia degli amministratori nella loro sostituzione, peggiorando la qualità dell’offerta al cittadino da parte delle Ulss beriche.

Questa l’estrema sintesi del bilancio dell’attività 2017 del sindacato, che esprime un sostanziale plauso al termine del laborioso processo di accorpamento delle direzioni sanitarie vicentine in Ulss 7 e 8, mutandone gli assetti organizzativi e come rovescio della medaglia causando l’inevitabile mobilità del personale prevalentemente amministrativo. Se il punto d’oro è rappresentato dalle firme sui trattamenti economici omogenei che ha smosso uno stallo lungo ormai dieci anni, il punto nero consiste al contrario nella dispersione di figure professionali d’esperienza: si parla di cessazioni volontarie e trasferimenti nella sanità privata, non di pensionamenti fisiologici.

Punto dolente altrimenti detto, insomma, è quello della forza lavoro in organico, motivo di preoccupazione per il segretario provinciale di Nursind Andrea Gregori: “Purtroppo, le Direzioni aziendali sembrano snobbare la situazione, non comprendendo i riflessi di determinate circostanze sulla qualità delle prestazioni erogate ai cittadini. Ad aggravare ancor più la situazione del personale è la totale inerzia dei servizi delle professioni sanitarie nel procedere alla tempestiva sostituzione, pur in presenza di graduatorie utili derivanti dalle procedure concorsuali terminate nel 2017”.

L’allarme potrebbe sfociare, nel 2018, in un periodo di protesta ed astensione dal lavoro da parte dei lavoratori delle professioni infermieristiche.