Il Principe Carlo rende onore ai caduti britannici in un cimitero-giardino “democratico” (VIDEO-INTERVISTA)

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“Più che un cimitero, io lo considero un giardino”. A dirlo, nel giorno della visita del Principe Carlo d’Inghilterra a Montecchio Precalcino è Ivan Borgo che da 17 anni cura il cimitero di guerra del Commonwealth visitato dall’erede al trono inglese: ospita 469 tombe di soldati non solo inglesi ma di tutti i paesi che hanno fatto parte delle colonie di “Sua Maestà”.

La visita di una testa coronata diventa allora un’ottima occasione per conoscere più da vicino cosa sono e cosa vogliono ricordare oggi questi cimiteri di guerra britannici. Caratterizzati da uno strettissimo legame con l’ambiente che li circonda, hanno le caratteristiche tipiche di un curatissimo giardino. Sono uguali in tutto il mondo: ogni soldato è ricordato da una lapide in pietra bianca, un tempo incisa a mano, ora realizzata con la tecnologia laser. Davanti a ogni lapide, piante e fiori. Con un gesto di grande democrazia che mira a dare lo stesso peso ad ogni vita spezzata, le lapidi sono identiche sia che si tratti di un soldato semplice che di un ufficiale.

Ad occuparsi di questi cimiteri di guerra è dappertutto la Commonwealth War Graves Commission (Cwgc), che si occupa dei cimiteri britannici nel mondo (sia del primo che del secondo conflitto mondiale), da quelli in Francia a quelli in Giappone. Il suo scopo è garantire che il sacrificio di un milione e 700 mila persone morte durante queste guerre non venga dimenticato: sono 23 mila cimiteri in 154 paesi.

“In Italia ci sono altri 76 cimiteri come questo di Montecchio Precalcino” spiega Robert Fox, il commissario della Cwgc, che ieri ha posato una seconda ghirlanda di fiori rossi sull’altare, dopo che lo aveva già fatto il primogenito della Regina Elisabetta II, a cento anni di distanza da quelle morti (video).

L’entrata in guerra delle truppe britanniche nel nostro paese avvenne infatti all’indomani della disfatta di Caporetto nel dicembre del 1917. Le truppe furono coinvolte in quattro cruente battaglie, “più una continua nei cieli” spiega Fox. Gli inglesi furono inizialmente dislocati nella zona di Asiago e nel Montello, dove tennero la linea del fronte, in un settore peraltro poco attivo, dal 4 dicembre 1917 fino a marzo 1918. Successivamente una parte fu trasferita nel settore di Asiago, dove prese parte alla Battaglia del Solstizio, e una parte fu nuovamente inviata in Francia, sul fronte occidentale. Nella zona di Montecchio Precalcino gli inglesi giunsero verso la metà di marzo del 1918: si accamparono lungo gli argini dell’Astico, da Passo di Riva fino al ponte di Breganze, stabilendo un loro comando a villa Nievo-Bucchia (ora Agosta e Moro). Il grosso della truppa tolse le tende nel gennaio del 1919 mentre i due ospedali vennero smantellati solo nei mesi di ottobre e di novembre dello stesso anno.