Prodotti dolciari, a Pasqua i prodotti della tradizione in aumento del 3,7 percento

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

Tanti aumenti, dall’energia elettrica al gas, dalle materie prime ai costi di produzione. Gli ultimi due anni hanno pesato come un macigno sulle attività dolciarie vicentine. Il lockdown con la chiusura obbligata e, successivamente le restrizioni hanno causato un netto calo di vendite e di afflusso di clienti. Pasqua 2022 è la prima festività post pandemia ma che si trova a fare i conti con la guerra in Ucraina. A garantire sulle tavole i prodotti dolciari tradizionali sono 482 imprese artigiane vicentine della pasticceria e del settore dolciario che vedono impegnati 2.300 addetti, in provincia sono 3.268.

Le aziende del settore sono obbligate a contenere il costo finale dei prodotti, combattendo la pressione dei prezzi delle materie prime e l’impennata dei costi di energia e gas. Mentre, infatti, le farine aumentato del 10% nell’ultimo anno, lo zucchero è salito al 5,6%, il burro +17,4%, l’olio di semi +19% ma il vero salasso riguarda proprio le bollette gas +350% e energia +200%, con tutti questi rincari gli operatori dolciari hanno comunque deciso che il prodotto finito in vendita nei negozi non superi il 3,7% di aumento.

Spiega Oliviero Olivieri presidente della Categoria Pasticceri e Gelatieri di Confartigianato Vicenza: “Dopo due anni di pandemia e un generale clima di incertezza, un momento di dolcezza può stemperare le preoccupazioni. Anche per questo il nostro settore ha voluto fare un altro sacrificio non aumentando e contenendo al massimo i prezzi dei prodotti proporzionalmente a quelli delle materie prime utilizzate. Il consumatore poi è cambiato rispetto al passato: soppesa le varie opzioni prima di procedere all’acquisto, spesso acquista ‘all’ultimo minuto’ e, soprattutto, è molto più attento agli ingredienti e ai processi di produzione. In questo senso un prodotto artigianale risponde meglio alle esigenze del cliente, che può anche avere prodotti ‘su misura’ in caso di gusti particolari o problematiche legate alla salute”.

Tornando all’indice dei prezzi degli “altri prodotti di panetteria e pasticceria”, la voce che comprende i prodotti di pasticceria freschi, a febbraio 2022 l’Italia segnava un aumento dei prezzi che si fermava al 2,5%, in linea con la dinamica dei prezzi no energy (+2,3%). Questi i dati elaboratori dell’Ufficio Studi di Confartigianato da cui emerge anche una buona notizia: la crescita italiana dei prezzi è più moderata rispetto al +3,5% dell’Eurozona e del +4% dell’Ue a 27, risultando meno accentuata rispetto altri 23 paesi dell’Unione europea a 27, e in particolare rispetto al +7,5% della Spagna e del +4,2% della Germania; fa meglio dell’Italia la Francia (+1,2%), anche grazie al minore aumento dei prezzi dell’energia elettrica.

Ricordo poi che le nostre aziende hanno anche quote importanti in termini di
esportazioni. Per i dolci da ricorrenza, che all’estero sono una apprezzata espressione
enograstronomica del made in Italy, di cui siamo leader in Europa, il Veneto la fa da
padrone – prosegue Olivieri-. Nel 2021 il Veneto ha infatti esportato nel mondo quasi
800 milioni di euro (di cui 73milioni per Vicenza) di prodotti da forno (+5,2% rispetto al
2020). Si tratterà ora di capire quanto la situazione in Ucraina si rifletterà anche su
questi numeri, fatto salvo che il peso dei mercati Russi e Ucraini per il nostro settore è
dell’1,1%”.