Esplorare il Vicentino – Dormire in bivacco a 2238 metri

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Foto Pietro Caneva

Con questo articolo prende vita la nuova rubrica de L’Eco Esplorare il Vicentino, una raccolta di articoli riguardanti la natura a 360 gradi della provincia di Vicenza. Lo scopo è quello di valorizzare e riscoprire le tante bellezze che racchiude il nostro territorio, alcune delle quali quasi sconosciute.

Ci saranno le montagne, dalle Piccole Dolomiti (gruppo del Carega compreso, anche se in territorio veronese/trentino, data la grande vicinanza geografica e culturale col vicentino) all’Altopiano di Asiago, ma anche gli ameni luoghi collinari, cascate nascoste e l’ambiente misterioso delle grotte. Non mancheranno consigli utili per trekking e passeggiate, né i luoghi ideali per gustarsi un’alba o un tramonto.

Il patrimonio naturale vicentino è in grado di regalare grandi emozioni; è bene quindi tutelarlo rendendo i cittadini più consapevoli e, dando spazio alla sua valorizzazione, si potranno apportare vantaggi a tutta la provincia.

A curare questa nuova rubrica sarà Mirko Cocco, 20enne studente di Scienze Forestali, oltre che affermato atleta nel panorama della corsa in montagna. Noi de L’Eco ringraziamo Mirko per il tempo, la competenza e i contenuti che vi/ci regalerà attraverso questo spazio.

 

Dormire a 2238 metri 

L’autunno si fa sentire e in montagna i rifugi hanno già chiuso, ma le belle giornate autunnali permettono ancora di organizzare camminate e di godersi panorami suggestivi.

Questo periodo è il momento giusto per organizzare una bivaccata sulle montagne di casa. I bivacchi sono piccoli locali invernali che dispongono di qualche posto letto e a volte di una tavola o di un caminetto, rivestiti solitamente in legno e che consentono liberamente a chi lo desidera di passare la notte al loro interno.

Di bivacchi sulle montagne vicentine se ne trovano diversi, sistemati all’interno di rifugi o isolati, come ad esempio il bivacco di Cima Marana, oppure quello nei pressi di Cima XII o del Rifugio Papa.

Quando un rifugio chiude dopo la stagione estiva, apre il bivacco invernale. Organizzare una notte in bivacco è semplice: basta chiamare un po’ di amici, portare pane e sopressa insieme a della buona birra o del vino, un sacco a pelo e il necessario per vestirsi senza avere freddo. Perchè fare tutto questo? Per ammirare la magia del tramonto e dell’alba, la bellezza delle stelle e della Via Lattea, le luci delle valli, sentirsi vivi!

Il miglior bivacco per godersi i migliori panorami è sicuramente quello del Rifugio Mario Fraccaroli a Cima Carega, situato a 2238 metri. Da qui la vista può spaziare dalla Laguna di Venezia e la pianura veneta, gli Appennini, la catena del Baldo e la Lessinia, i gruppi del Brenta, dell’Adamello e della Presanella, il vicino Pasubio e l’Altopiano di Asiago.

Il locale invernale, situato sotto il locale estivo, dispone di sei posti letto dotati di materassi e coperte, una panca e una tavola in legno dove poter mangiare.

La via più corta per raggiungere il bivacco è quella che sale dal passo di Campogrosso per il sentiero del Boale dei Fondi, salendo poi da Bocchetta Mosca per la mulattiera che porta al Rifugio Fraccaroli. Il tempo di salita è intorno alle 2-3 ore. Se si parte all’imbrunire è importante ricordarsi di portare con sé anche una lampada frontale con delle pile di ricambio.

Conviene scegliere bene il giorno informandosi sulle condizioni meteo; i bollettini meteorologici dell’Arpav sono i più affidabili. Nei giorni invernali spesso si verifica l’inversione termica: freddo e umido nelle valli e caldo sulle cime. Durante queste giornate si verifica il “mare di nebbia” una bassa e fitta coltre di nubi che copre tutta la pianura lasciando scoperte solo le montagne. Di giorno questo mare è bianco, ma di notte si colora di giallo per le luci di strade, macchine e case che vengono intrappolate nella nebbia e rendono i panorami quasi irreali.

Con la neve lo spettacolo è assicurato: i profili vengono addolciti e ci si ritrova su una grande coperta fredda e morbida che ricopre i monti. Al risveglio, aprendo le due finestrelle che si trovano nel bivacco, sarà magia. Ma occorre essere più prudenti se si sale con la neve e in base alle condizioni è necessario avere con sè ramponi e piccozza.

La notte, uscite fuori dal bivacco e guardate il cielo punteggiato da un’infinità di stelle, con la Via Lattea che descrive un’enorme arco sopra la vostra testa. La mattina, appena prima che sorga il sole, salite a Cima Carega e aspettate l’alba. Piano piano la montagna intorno a voi si ammanterà dei colori caldi dell’enrosadira e vi ripagherà di tutti gli sforzi che avrete fatto per salire fin lassù.