Tenta di sfruttare sei connazionali, il “caporalato” costa l’arresto a un marocchino

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Carica su un furgone sei connazionali clandestini, allo scopo di sfruttarli come manodopera in un allevamento avicolo. Non completa però il proprio intento Abdelghani Samid, un cittadino marocchino di 36 anni, arrestato dai carabinieri dopo essere stato intercettato nel territorio di Orgiano da una pattuglia di militari. Una “missione mirata”, quella dell’Arma, finalizzata al contrasto del lavoro nero e dell’immigrazione clandestina, culminata con la presa in custodia del soggetto – residente ad Arcole nel Veronese e volto noto alle forze dell’ordine – e all’identificazione di altri sei uomini provenienti dal Marocco, ma di fatto senza documenti d’identità. Per loro completate le operazioni di fotosegnalamento con rilascio in stato di libertà.

I fatti sono avvenuti nella serata di giovedì, con i carabinieri delle stazioni di Sossano e Campiglia dei Berici, unitamente al nucleo dell’Ispettorato del Lavoro di Vicenza, andati a colpo sicuro grazie alle indagini già in atto. Samid, di 36 anni e da tempo domiciliato in Veneto, avrebbe contattato i sei malcapitati connazionali proponendo loro un lavoro – rigorosamente in nero – presso un allevamento avicolo della zona. Il compenso pattuito? Appena 5 euro all’ora, al di sotto della soglia minima definita dai contratti collettivi di lavoro. Da qui il controllo messo in atto dai militari e la successiva denuncia.

Il presunto autore della condotta di “caporalato“, o quanto meno il coinvolgimento come intermediario, è stato accompagnato presso la casa circondariale di S. Pio X di Vicenza in attesa del pronunciamento dell’autorità giudiziaria per la convalida dell’arresto. Proseguono le indagini per individuare con certezza l’azienda avicola destinataria del gruppo di lavoratori occasionali, e non si esclude che analoghi episodi di reclutamento irregolare di manodopera possano essere ricondotti allo stesso personaggio ora rinchiuso in cella.