A Mosca celebrati i funerali di Navalny. Il popolo grida il nome del dissidente, ma il Cremlino tace

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Si sono celebrati a Mosca i funerali di Alexei Navalny, il dissidente russo morto in carcere in Siberia lo scorso 16 febbraio. Centinaia di persone hanno accolto l’arrivo del feretro con un lungo applauso e scandendo il nome dell’uomo. Davanti alla chiesa, un ingente numero di poliziotti e camion antisommossa. Dal Cremlino invece persiste il silenzio: “Non abbiamo niente da dire alla famiglia di Navalny” ha detto Dmitry Peskov.

Il governo russo non ha – chiaramente – supportato le manifestazioni a favore di Navalny e non ha fatto nulla per nasconderlo. Davanti alla chiesa si sono schierati un ingente numero di poliziotti e camion antisommossa. E dal Cremlino era stato specificato che “Qualsiasi manifestazione non autorizzata” sarebbe stata punita. Intanto mentre la bara di Alexei Navalny veniva portata fuori dalla chiesa, a Mosca, al termine del funerale, alcune persone tra la folla gettavano fiori sul carro funebre e gridavano “La Russia sarà libera”‘. Altri chiedevano “niente guerra” e alcuni hanno gridato “assassini”. Maria Pevchikh, dirigente della Fondazione anticorruzione del dissidente russo, ha affermato che Alexei doveva essere rilasciato nell’ambito di uno scambio di prigionieri con gli Usa e la Germania.

Dall’Italia, intanto, mente erano in corso i funerali di Navalny, il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte ha ricordato come “Su Navalny – c’è stata – una posizione chiara, molto dura, io ho condannato l’avvelenamento quando ero presidente del Consiglio, abbiamo subito denunciato l’avvelenamento che aveva subito, è stato curato in Germania, abbiamo chiesto che ci fossero tutti gli accertamenti del caso e tutte le responsabilità come pure abbiamo seguito poi la sua trafila processuale, il fatto che fosse tenuto in un carcere in Siberia e da ultimo abbiamo denunciato quello che è accaduto”.