Bakhmut sempre più città simbolo della resistenza ucraina: Zelensky al fronte

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Bakhmut sempre più città simbolo di questa guerra e della resistenza ucraina. Nonostante da settimane si rincorrano notizie su capovolgimenti alterni della città, le forze di Kiev non si arrendono.

A raccontarlo all’inviato del Gr1 Marco Barbonaglia è il soldato ucraino “Tim”, che ha vissuto a Varese e racconta in italiano quanto sta accadendo al fronte: “Siamo tutti a Bakhmut. Loro hanno paura, corrono, noi stiamo fermi anche quando contrattaccano, abbiamo preso posizioni. Siamo stati due ore in una situazione difficile, abbiamo difeso una collinetta in quattro, i russi sparavano da tutte le parti, ma nessuno ha avuto paura. In questa battaglia, purtroppo i russi hanno ammazzato un nostro amico, Ernesto, persona bravissima. Ma nessuno ha pensato neanche un secondo di arrendersi”. Tim è convinto: “Riprenderemo tutta l’Ucraina”.

Intanto secondo il ministero della Difesa britannico, tra venerdì scorso e ieri, le forze di sicurezza russe si sono scontrate con tutta probabilità con gruppi di partigiani in almeno tre località della regione russa di Belgorod, vicino al confine con l’Ucraina. Due soldati russi sarebbero morti.

Un nuova esplosione si è invece registrata nell’Oblast della Russia a Bryansk, mentre Rostelecom, la più grande rete di comunicazione domestica russa, ha smesso di funzionare per cause ancora da chiarire. Sul social VKontakte, i rappresentanti dell’operatore, hanno confermato il crash, ma non si capiscono ancora i tempi di ripristino.

Sempre secondo l’intelligence britannica, Mosca sta affrontando una minaccia alla sicurezza sempre più grave nelle sue regioni di confine, con perdite di aerei da combattimento, attacchi con ordigni esplosivi improvvisati sulle linee ferroviarie e ora azioni partigiane dirette e potrebbe usare questi incidenti per perorare la sua posizione di “vittima della guerra”.

Sul fronte russo Vladimir Putin ha nominato Maxim Travnikov a capo del Dipartimento presidenziale russo per la funzione pubblica, le risorse umane e la lotta alla corruzione: il decreto corrispondente è stato pubblicato sul portale della gazzetta ufficiale russa.

Il presidente ucraino Zelensky si è invece recato sulla prima linea del fronte di Vugledar-Marinka nel Donetsk per la Giornata del Corpo dei Marines e ha parlato con i soldati: “Ogni giorno i marines dimostrano di essere una forza potente” e “abbiamo bisogno di più di quel potere. Pertanto, a partire da oggi, stiamo aumentando in modo significativo il potenziale dei marines e creando un Corpo dei Marines”.

Sotto attacco russo anche il mare. Secondo il capo del centro stampa congiunto del comando operativo “Sud”, Nataliya Humenyuk “Il mare dell’Ucraina contiene più di 400 mine marine, gli stessi occupanti hanno indicato il numero di ordigni “. “A volte le mine esplodono in modo incontrollabile e in questo caso provocano danni all’area fino a una distanza di 200 metri. E la detonazione di una mina nell’acqua può colpire tutti gli esseri viventi entro un raggio di un chilometro”.