Brexit, il governo britannico in rivolta contro la premier May

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Il gabinetto di Theresa May è in rivolta contro il primo ministro e vuole un leader ad interim per completare il processo Brexit. Secondo il Sunday Times, almeno sei alti ministri vogliono che il suo vice, David Lidington, prenda la guida dell’esecutivo fino a quando non ci saranno le elezioni formali. Le tensioni, secondo l’articolo sfoceranno nella riunione di gabinetto programmata per domani quando i ministri minacceranno le dimissioni in massa.

La premier May è diventata sempre più isolata negli ultimi mesi, sia in patria che a Bruxelles e ha tentato due volte, non riuscendoci, di far approvare il suo accordo con l’Ue anche dal Parlamento. I suoi colleghi del partito Conservatore le attribuiscono la responsabilità dello stallo nella Camera dei Comuni e sono irritati dal suo evidente cambiamento di tono a favore di una Brexit no-deal. Se Theresa May fosse rimossa, non necessariamente innescherebbe nuove elezioni politiche che, attualmente sono previste per il maggio 2022.

Le rivelazioni del Sunday Times giungono a poche ore di distanza dalla grande manifestazione che ha portato a Londra almeno un milione di cittadini britannici per chiedere un secondo voto sulla Brexit. Partiti di da Hyde Park e sfilati per il centro della capitale attraverso Piccadilly, i partecipanti del corteo si sono infine riversati in Parliament Square, di fronte al palazzo di Westminster. Secondo i promotori della piattaforma “People’s Vote”, che hanno parlato di una partecipazione “straordinaria”, quella di ieri è stata una ribellione colorata e pacifica, ma anche allarmata e stufa. I manifestanti scesi in strada sono sostenuti da quasi 4,5 milioni di sottoscrittori della petizione online al Parlamento per la revoca dell’articolo 50, ossia l’atto di divorzio da Bruxelles.