Caos migranti, lacrimogeni al confine tra Polonia e Bielorussia. Lavrov: situazione inaccattabile

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Ancora tensione al confine tra Bielorussia e Polonia. Dopo l’annuncio di Varsavia della costruzione di un muro lungo 180 chilometri ed alto 5 metri e mezzo, oggi la Polizia polacca ha sparato lacrimogeni contro i migranti che erano ammassati al confine e che hanno cercato di entrare nel Paese. Nel racconto dell’autorità, l’uso del gas lacrimogeno è stata la risposta al lancio di oggetti da parte dei migranti che, secondo Varsavia, sarebbero stati armati dalla Bielorussia.

La posizione della Russia. Il ministro degli Esteri Lavrov ha definito il lancio dei lacrimogeni verso i rifugiati Bielorussi come ‘inaccettabile’. Dichiarazioni che fanno ancor di più pensare che dietro alla crisi possa esserci il Cremlino. Nei giorni scorsi il presidente Lukashenko lo aveva fatto intuire, ed il pensiero è anche nella mente dell’Unione Europea che tramite l’Alto Rappresentate per gli Esteri Josep Borrell aveva espresso preoccupazione per un possibile legame. Borrell aveva però negato di sapere l’esistenza di una connessione tra i migranti al confine bielorusso-polacco e l’avvicinamento dei tank russi all’Ucraina.

Anche il Vaticano prende posizione. Dopo l’annuncio della costruzione del muro sul confine tra Polonia e Bielorussia, che secondo Varsavia sarà pronto nella prima metà del 2022, è intervenuto Papa Francesco: “La storia in questi ultimi decenni ha dato segni di un ritorno al passato: i conflitti si riaccendono in diverse parti del mondo, nazionalismi e populismi si riaffacciano a diverse latitudini, la costruzione di muri e il ritorno dei migranti in luoghi non sicuri appaiono come l’unica soluzione di cui i governi siano capaci per gestire la mobilità umana. In questi quaranta anni e in questo deserto, tuttavia ci sono stati segni di speranza che ci permettono di poter sognare di camminare insieme come un popolo nuovo verso un noi sempre più grande”.