Colpo di Stato in Myanmar: arrestata Aung San Suu Kyi. I militari dichiarano lo stato di emergenza

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I timori delle ultime ore si sono trasformati in realtà. Colpo di Stato in Myanmar, l’ex Birmania del ‘presidente di fatto’ Aung San Suu Kyi che, è stata arrestata dalle forze armate. Lo ha annunciato Myo Nyunt portavoce del suo partito, la Lega nazionale per la democrazia (Lnd): la leader “è detenuta a Naypyidaw, presumiamo che l’esercito stia organizzando un colpo di Stato”. I militari da diverse settimane parlano di irregolarità avvenute durante le elezioni legislative di novembre, vinte in modo schiacciante dall’Lnd che ha lanciato un appello ai cittadini, affinché contrastino il golpe e impediscano un ritorno alla dittatura militare.

Dopo l’arresto di Aung San Suu Kyi, l’esercito birmano ha annunciato l’imposizione di uno stato di emergenza per la durata di un anno. Nel frattempo, l’ex generale Myint Swe, uno dei due vicepresidenti, ricoprirà la carica di presidente ad interim. Tutti i poteri in Myanmar sono stati trasferiti al generale Min Aung Hlaing, capo delle forze armate.

Il colpo di Stato è avvenuto poche ore prima della riunione inaugurale del Parlamento recentemente insediato. Con il pretesto della pandemia di coronavirus, le elezioni “non sono state né libere né eque”, ha assicurato in conferenza stampa la scorsa settimana il portavoce dell’esercito, il maggiore generale Zaw Min Tun.

Il colpo di mano dei militari in Myanmar, ha innescato una immediata e diffusa condanna internazionale. Gli Stati Uniti, con il segretario di Stato Anthony Blinken che ha espresso “grave preoccupazione e allarme” per la situazione. “Invitiamo i leader militari birmani – ha scritto Blinken- a rilasciare tutti i funzionari governativi e i leader della società civile e a rispettare la volontà del popolo birmano espressa nelle elezioni democratiche”.

Poi la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki ha aggiunto: “gli Stati Uniti si oppongono a qualsiasi tentativo di alterare l’esito delle recenti elezioni o di impedire la transizione democratica del Myanmar, e prenderanno provvedimenti contro i responsabili se questi passi non saranno invertiti”.

Anche il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha condannato “fermamente” il colpo di stato dell’esercito: “Questi sviluppi sono un duro colpo alle riforme democratiche in Birmania. Le elezioni generali dell’8 novembre 2020 danno un forte mandato alla Lega nazionale per la democrazia, riflettendo la chiara volontà del popolo birmano di continuare sulla strada conquistata a fatica della riforma democratica”, ha detto Guterres. “Di conseguenza, i leader militari sono chiamati “a rispettare la volontà del popolo birmano e ad aderire a standard democratici, ogni controversia deve essere risolta attraverso un dialogo pacifico”.