Draghi: “la pace non deve essere imposta all’Ucraina”. Azvostal sotto attacco

Foto Facebook Palazzo Chigi Presidenza del Consiglio
L’Ucraina in primo piano nella conferenza stampa del premier Mario Draghi “bisogna cominciare a chiedersi come costruire la pace”, ha detto il presidente del Consiglio all’ambasciata italiana a Washington, dopo l’incontro alla Casa Bianca con il presidente Usa, Joe Biden. “Il percorso negoziale è molto difficile, ma c’è un punto molto importante – ha sottolineato Draghi- ed è che questa pace deve essere la pace che vuole l’Ucrania. Non deve essere una pace imposta né da un certo tipo di alleati, né da altri”.

Draghi ha poi chiesto di razionalizzare le spese militari: “La Ue spende più di tre volte di quello che spende la Russia in campo militare, quindi c’è molta duplicazione, la prima cosa da fare è organizzare una conferenza tra tutti gli stati membri per razionalizzare la spesa militare”.

Le ultime dal campo. Intanto continua l’assalto all’acciaieria Azovstal. Secondo Ukrinform che ha citato il consigliere del sindaco di Mariupol, Petro Andryushchenko, il sito “è attualmente attaccato dagli invasori russi non solo con aerei e artiglieria, ma anche con carri armati che stanno cercando di sfondare”. In un video pubblicato sempre dall’Agenzia di stampa ucraina, si vede una colonna di denso fumo nero levarsi dall’acciaieria Azovstal. La resistenza ucraina però continua e sono stranianti i video dei soldati barricati all’interno. Dalle loro parole trapela infatti la consapevolezza che non c’è alternativa alla resistenza perché la loro sorte sarebbe terribile se fossero fatti prigionieri. Durante un briefing il direttore del Dipartimento di Stato per la protezione delle frontiere, Leonid Baran: “il Servizio di frontiera di Stato all’interno degli oblast di Kiev, Chernihiv e Sumy ha il controllo di frontiera su quasi 1.200 chilometri, due terzi dei quali al confine con la Russia”.

La Procura di Bari apre un’indagine sui crimini di guerra russi. Un fascicolo di indagine al momento a carico di ignoti è stato aperto a Bari su presunti crimini di guerra ad opera di militari russi nei confronti di civili ucraini. I magistrati hanno così dato seguito alla richiesta avanzata dall’organismo internazionale Eurojust. Le indagini, delegate alla Polizia di Stato, si basano sulle testimonianze di profughi arrivati in Italia.