Gaza sotto attacco alla vigilia dei negoziati. Fiumicino arrivati 18 italiani della Flotilla

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Gaza ancora sotto attacco nonostante gli imminenti negoziati per il cessate il fuoco al via domani in Egitto. Bombardamenti e attacchi di artiglieria hanno provocato almeno dieci morti nella notte. Già ieri Hamas aveva accusato il governo israeliano di mentire sulla riduzione delle sue operazioni militari. “L’esercito di occupazione sionista continua a commettere i suoi orribili crimini e massacri contro il nostro popolo palestinese nella Striscia di Gaza”, si legge nella dichiarazione, secondo cui 70 persone ieri sono state uccise negli attacchi dell’Idf.

Gaza City intanto si svuota. Secondo le stime dell’Idf, circa 900mila del milione di palestinesi che risiedevano in città prima della grande offensiva israeliana sono stati evacuati a sud della Striscia.

Nel giorno in cui Roma si riempie di una marea umana scesa in piazza per dire stop al genocidio a Gaza e in sostegno della Global Sumud Flotilla, a Fiumicino rientrano 18 italiani della missione umanitaria intercettati da Israele in acque internazionali. Gli attivisti sono arrivati verso le 23.30 allo scalo romano con un volo proveniente da Istanbul. Sono stati accolti da cori, applausi e uno sventolio di bandiere, tra cui quelle della Palestina e della Cub trasporti. Al grido di ‘Palestina libera’, oltre duecento le persone, tra familiari, amici e colleghi , che hanno stretto d’affetto, con abbracci e sorrisi, gli attivisti e giornalisti arrivati. Tante le lacrime di commozione. Srotolato uno striscione : “Non si può fermare il vento, Palestina libera”. Altri 26 attivisti italiani sono invece atterrati a Malpensa. Per altri 15 che non hanno firmato il foglio di rilascio volontario si dovrà attendere l’espulsione.

I connazionali della Flotilla hanno portato con sé racconti agghiaccianti sulle ore trascorse nelle carceri israeliane, descrivendo un trattamento che a loro dire ha fatto toccare con mano la dura realtà vissuta dai palestinesi. “Ci hanno trattato come terroristi” hanno denunciato parlando di privazione di cure e “violenze psicologiche”. Nonostante la dura esperienza, la determinazione a proseguire la battaglia per i diritti non si è spenta. “La priorità – dicono – è continuare a lottare”.