Gaza, tregua ripristinata dopo oltre cento morti nei raid israeliani

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E’ durata solo diciotto giorni la fragile tregua tra Hamas e Israele sancita dall’accordo di Sharm el Sheikh sul piano Trump. Ieri l’aviazione israeliana ha bombardato a più riprese la Striscia, dopo l’ordine arrivato dal premier Netanyahu di sferrare “attacchi massicci e immediati”. Casus belli la violazione da parte di Hamas degli accordi per la tregua, non avendo ottemperato alla richiesta di restituire i corpi di tutti gli ostaggi. Gli attacchi hanno causato oltre 100 morti, tra cui diversi bambini.

Fonti militari israeliane hanno reso noto che dalle 10 di questa mattina (le 9 in Italia) il cessate il fuoco è nuovamente in vigore. Ma i falchi del governo israeliano continuano a fare pressing. Il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir ha lanciato un deciso avvertimento a Netanyahu dopo le nuove violazioni del cessate il fuoco da parte di Hamas, accusandolo di “debolezza” e minacciando la tenuta della coalizione di governo. “Ancora una volta Hamas uccide un soldato durante la tregua e il premier risponde con una ‘reazione misurata, invece di riprendere la guerra totale e perseguire l’obiettivo principale: la distruzione di Hamas”, ha dichiarato il leader dell’estrema destra, citato dal Times of Israel, avvertendo che se il governo dovesse “accontentarsi di dichiarazioni di vittoria di facciata” senza eliminare il movimento islamista, “non avrebbe più diritto di esistere”.

Il ministro della Difesa Israel Katz ha firmato invece un decreto che vieta le visite di rappresentanti della Croce Rossa a palestinesi “terroristi” detenuti nelle carceri israeliane. Secondo il ministro, lo stop alle visite è motivata dall’esigenza di garantire “la sicurezza nazionale”.

Le reazioni. La Turchia  accusa Tel Aviv di palesi violazioni della tregua. “Hamas rispetti gli accordi “ l’appello di Berlino che chiede invece moderazione a Israele. “Tutte le parti rispettino il cessate il fuoco a Gaza” il monito dell’Ue.