Guerra Russia-Ucraina: esplosioni in Crimea. Oggi Erdogan sente Putin e Zelensky

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Continuano le esplosioni in Crimea, nuovo fronte caldo della guerra in Ucraina. Due droni sono stati abbattuti dal sistema di difesa aerea russo sul mare vicino all’aeroporto di Belbek, vicino a Sebastopoli. Le esplosioni sono state udite durante la notte, nelle stesse ore in cui l’esercito russo ha colpito più volte i quartieri residenziali di Nikopol, città dell’Ucraina orientale che si trova di fronte a Zaporizhzhia. Secondo quanto riferito dal capo dell’amministrazione militare regionale di Dnipropetrovsk, Valentyn Reznichenko, le truppe di Mosca “hanno colpito il centro del distretto con artiglieria pesante”. Sono stati danneggiati oltre alle abitazioni anche un gasdotto e una rete elettrica.

Intanto si aggrava il bilancio delle vittime dell’attacco ucraino nel centro di addestramento russo di Makiivka. I soldati uccisi, secondo il ministero della Difesa della Federazione Russa citato dalla Tass, sono 89. Sarebbero stati traditi dal segnale dei loro cellulari, intercettati dalle forze di Kiev. Tra l’altro, secondo l’intelligence britannica, la totale distruzione da parte delle forze armate ucraine di un edificio della città,  fa pensare che nella struttura ci fosse anche un deposito di armi. L’edificio – viene fatto notare – si trovava a soli 12,5 km dal settore della linea del fronte di Avdiivka, una delle aree più intensamente contese del conflitto. Nell’attacco avvenuto il giorno di Capodanno ha perso la vita anche il vice comandante del reggimento, il tenente colonnello Bachurin. Quella di Makiivka rappresenterebbe una delle perdite maggiori per le forze di Mosca.

E mentre si susseguono gli allarmi a Kiev e Mykolaiv e viene annunciata un’allerta aerea in tutto il Paese a causa della presenza di un Mig russo che è decollato dalla Bielorussia, oggi il presidente turco Recep Tayyip Erdogan torna a dialogare con il presidente russo Vladimir Putin e il presidente ucraino Volodymyr Zelenski. Ultimo atto, in ordine di tempo, di una mediazione che la Turchia ha cercato di imbastire ormai un anno fa. Il vero obiettivo di Erdogan è quello di far sedere allo stesso tavolo i leader dei due Paesi. Ma fino ad ora i tentativi sono sempre falliti.