Pentagono: se Kiev perde la guerra, la Nato dovrà combattere contro la Russia

Il capo del Pentagono, Lloyd Austin, ha affermato che stanziare i fondi per l'Ucraina è cruciale. Lo stesso ha sottolineando che se l'Ucraina perde la guerra, i paesi Nato dovranno combattere contro la Russia. Nel discorso alla Camera dei rappresentanti americana citato dai media ucraini ha Austin ha poi detto: “Sappiamo che se Putin avrà successo non si fermerà. Continuerà a essere più aggressivo nella regione. E altri leader in tutto il mondo, altri autocrati guarderanno a questo. E saranno incoraggiati dal fatto che ciò è accaduto senza che noi siamo riusciti a sostenere uno stato democratico”. E ancora: “Se sei un Paese baltico, sei molto preoccupato se sarai il prossimo: conoscono Putin, sanno di cosa è capace. E francamente, se l'Ucraina cade credo davvero che la Nato entrerà in guerra con la Russia”.

Intanto Vladimir Putin torna ad agitare lo spettro di un conflitto nucleare: una minaccia che  ha dichiarato “reale” a causa delle mosse dei Paesi della Nato nel conflitto in Ucraina. Il presidente russo nel suo annuale discorso sullo stato della Nazione davanti alle Camere riunite, ha lanciato quindi un monito ai Paesi occidentali affinché ricordino che anche Mosca possiede “armi capaci di raggiungere i loro territori”. Putin, comunque, ha voluto ribadire ancora una volta che la Russia non ha intenzione di attaccare Paesi dell'Alleanza atlantica, definendo “sciocchezze” gli allarmi che si levano dall'Europa. Così come ha liquidato come “false” le accuse di Washington di voler dispiegare armi nucleari nello spazio.

Il capo del Cremlino ha voluto poi rispondere personalmente al presidente francese Emmanuel Macron, che nei giorni scorsi aveva parlato della possibilità di inviare truppe occidentali in Ucraina.
“Ricordiamo – ha detto Putin – il destino di coloro che in passato hanno inviato i loro contingenti nel territorio del nostro Paese. Ora le conseguenze per gli eventuali interventisti saranno molto più tragiche”.

Putin ha poi elogiato i successi delle sue forze in Ucraina, affermando che non faranno marcia indietro e ha dichiarato: “non si ritireranno, non falliranno, non tradiranno”. Ma, quando mancano ormai due settimane alle elezioni in cui si presenta per un quinto mandato, la maggior parte del suo discorso l'ha dedicato agli interventi nel settore economico, nel quadro di un programma strategico di sviluppo di sei anni che prevede profonde trasformazioni in campo industriale e sociale.

La Russia, ha annunciato, deve puntare a diventare “una delle quattro più grandi economie al mondo”. I mezzi per arrivare a questo obiettivo comprendono il raddoppio degli investimenti per la ricerca scientifica, portandoli al 2% del Pil, l'incremento del 70% di quelli destinati all'industria chiave, il potenziamento della produzione dei beni di consumo e la crescita di due terzi delle esportazioni che non siano di risorse energetiche e materie prime.

Putin ha poi avuto un occhio di riguardo per le classi popolari, promettendo di raddoppiare entro il 2030 il salario minimo e sgravi fiscali. Il presidente ha infine annunciato un vasto piano sanitario con l'obiettivo di innalzare dagli attuali 73 a 78 anni l'aspettativa media di vita, per poi portarla “oltre gli 80”. Altri progetti presentati riguardano la riduzione del gap economico tra diverse regioni della Russia e interventi per la protezione dell'ambiente.