Primarie in Usa, nel super Tuesday, Biden e Trump fanno il pieno. Il Vermont alla Haley

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Donald Trump domina il Super Tuesday, ovvero l’appuntamento più importante delle primarie americane, con la vittoria, in 12 Stati su 15. All’ex presidente sono andati Alabama, Arkansas, California, Colorado, Massachusetts, Maine, Minnesota, North Carolina, Oklahoma, Tennessee, Texas e Virginia. Il Vermont è andato invece alla Haley.

Trump ha conquistato 140 delegati, che portano il totale a 413. I consensi per lui, in alcuni casi, hanno superato il 70 per cento. Il tycoon ha perso però il Vermont, dove ha vinto Nikky Haley.

Sul fronte democratico, Joe Biden ha fatto quasi l’en plain con 14 Stati su 15. Le Samoa, dove è stato sconfitto, sono un territorio.

E’ a questo punto praticamente certa una rivincita tra i due a novembre mentre è sempre più forte la pressione sull’ultima grande rivale dell’ex presidente, Nikki Haley, affinché lasci la corsa repubblicana.

Per Donald Trump infatti, la vittoria è schiacciante ma non completa. Nikki Haley gli impedisce lo “strike” strappandogli a sorpresa il liberal Vermont, secondo successo dopo la capitale. E per ora non molla, continuando ad attrarre uno zoccolo duro di elettori moderati o indipendenti che nelle elezioni generale potrebbero compromettere le chance di vittoria di Trump, soprattutto in alcuni stati in bilico. Anche Biden ha perso nelle isole Samoa, sconfitto da uno sconosciuto candidato locale, l’imprenditore Jason Palmer. Il presidente ha poi ritrovato nelle urne di alcuni Stati, come il Minnesota, la protesta del voto arabo per il sostegno a Israele nonostante il “genocidio” a Gaza. Per il resto il Super Tuesday va come previsto, con Trump e Biden che fanno incetta della quasi totalità dei delegati in palio, circa un terzo di quelli complessivi. Compresi i bottini più ricchi, quelli di California e Texas, i due Stati più popolosi del Paese.

Grande soddisfazione da parte di Donald Trump: “E’ stata una serata formidabile  ho fatto una cosa che nessuno aveva fatto prima nella storia”. Quindi ha profetizzato che il partito repubblicano “sarà presto riunito”, aumentando la pressione perché Nikki Haley lasci la corsa.

Ma la Haley risponde indirettamente all’appello sostenendo che “l’unità non si raggiunge dicendo semplicemente ‘siamo uniti”. L’ex ambasciatrice all’Onu sottolinea che “resta un ampio gruppo di elettori repubblicani profondamente preoccupati da Trump”.

In una dichiarazione scritta diffusa nella notte, il presidente americano Joe Biden sostiene che “Un secondo mandato presidenziale di Trump alla Casa Bianca significherebbe un ritorno al caos, alla divisione e all’oscurità. Quattro anni fa, mi sono candidato a causa della minaccia esistenziale che Donald Trump rappresentava per l’America in cui tutti crediamo”, afferma la nota, che menziona i progressi conseguiti dall’amministrazione presidenziale in carica in materia di occupazione, inflazione, prezzi dei farmaci e controllo delle armi. “Trump è mosso dalla rancore e dall’inganno, concentrato sulla vendetta e la ritorsione, e non sul popolo americano”, ha accusato Biden.

Nel “Super Martedì”, comunque,  ci sono state anche altre importanti contese elettorali. In North Carolina, nelle primarie per la carica di governatore, hanno prevalso il vice governatore repubblicano Mark Robinson e il procuratore generale democratico Josh Stein, che a novembre si affronteranno in uno Stato decisivo per la corsa presidenziale. In California, gli elettori sono stati chiamati a scegliere i pretendenti al seggio senatoriale detenuto per anni dalla Dem Dianne Feinstein, scomparsa lo scorso anno. Mentre a Los Angeles era in ballo la poltrona di procuratore generale.