Mestieri e passioni: dai vigili del fuoco al rider angelo del fango. I racconti

Il lavoro più bello del mondo? Quello fatto con passione, che non ti pesa ma che quasi diventa il momento più bello della giornata. Parola di Gianni Manuel e Martina Polelli, al timone di una nuova avventura in giro per il mondo stavolta a scovare i mestieri più particolari, le esperienze lavorative più intriganti e gli aneddoti di italiani e vicentini che hanno scelto di spostarsi fuori dal Belpaese per inseguire, perchè no, anche un nuovo modo di vivere la loro professionalità.

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Tanti gli amici incontrati nel corso delle varie puntate di We Love Italia, a raccontare la bellezza e la varietà dei lavori abbracciati all’estero: da Gabriella Manerba, venditrice di case nella Repubblica Dominicana a Stefano Tansella alle prese tra gelati e spritz a Palau, sino a Cristian Storti, pizzaiolo a Swakopmund, nella Namibia occidentale. E poi i genitori della simpatica Giulia Clori, con una concessionaria d’auto in Norvegia, Patrizia con il suo truck di piadine in Francia e la dolce Ester Dal Pozzo, pasticcera nella penisola iberica. Nella fredda Scandinavia anche Michele Anzolin, mastro birraio mentre Valeria Battini crea estrosi turbanti in Madagascar utilizzando tessuti locali: i giovani Luca Mastrocco e Lorenzo Rossi sviluppano invece app in Germania, Chiara fa la ricercatrice a Parigi e infine c’è Beppe Cogliandro, che lavora alla radio nell’austera Vienna.

“Ho capito che avrei voluto fare proprio quello – spiega invece un pompiere vicentino a proposito di quelli che sarebbero, di lì a poco, diventati i nuovi colleghi – vedendoli in azione con grande spirito di sacrificio e una buona dose di coraggio: ma il nostro lavoro non è solo spegnere incendi, ma fare informazione e prevenzione soprattutto a favore dei più giovani”.

Significativo anche l’intervento di uno che invece il lavoro lo ha perduto, guadagnando però la stima dell’Italia intera oltre che la consapevolezza che a volte davvero chiusa una porta, si apre un portone: “Mi cacciarono perchè comunicai di voler andare in Emilia Romagna ad aiutare gli alluvionati per un weekend – confida il rider angelo del fango Marco Santacatterina, intervistato al proposito dal giornalista Marco Zorzi – ma ciò non mi fece cambiare idea. Per me era un impiego per pagarmi gli studi, ma i soldi non sono tutto. Non quando in gioco c’è quell’umanità di cui troppo spesso ci dimentichiamo”.

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