Conte: “Ridurre orario di lavoro a parità salariale”. Berlusconi parla di giustizia. Renzi: sì a presidenzialismo

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Si sono chiuse le Parlamentarie del M5s con un boom di partecipanti: oltre 50mila. Passa il listino di Giuseppe Conte: l’86,54% ha votato sì. Il leader pentastellato lancia un’altra proposta elettorale: ridurre l’orario di lavoro a parità salariale. “Tutti gli studi in materia – dice Conte in un’intervista a La Stampa – dimostrano che non è vero che più si lavora e più si è produttivi. In Italia ci ritroviamo con una media di ore lavorate all’anno che è la più alta in Europa: noi siamo a circa 1.723 ore l’anno, in Germania a 1.356 e hanno una produttività molto più elevata”. Conte chiarisce che non va fatto contro le imprese, ma su base volontaria. L’idea è sperimentare questa norma nei settori a più alta componente tecnologica.

Alta tensione nel Pd dopo il via libera della Direzione alle liste dei candidati. Letta sarà capolista alla Camera in Veneto e Lombardia, Franceschini al Senato a Napoli, Casini e l’ex sindaco Merola a Bologna, l’ex segretaria della Cisl Furlan in Sicilia, Zingaretti nel Lazio. Il microbiologo Andrea Crisanti, neocandidato dem al Parlamento come capolista della Circoscrizione Europa intanto dice: “In una situazione di emergenza economica, sanitaria e sociale come quella che sta vivendo l’Italia, penso che ci sia bisogno dell’impegno dei tecnici in politica”.
Intanto sugli altri fronti il leader di Italia Viva, Matteo Renzi sfida Berlusconi nella circoscrizione Milano 2 e fa sapere di essere molto felice di aver fatto un passo indietro in favore di Calenda sia nella guida della campagna elettorale sia per i confronti televisivi. Renzi inoltre anticipa di essere favorevole al presidenzialismo. “L’elezione diretta dovrebbe seguire il meccanismo del Sindaco d’Italia, che sarà nel programma che presenteremo domani. Un sistema semplice e i cittadini già sanno come funziona”.Sul fronte centrodestra: la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, definisce il reddito di cittadinanza un fallimento totale che ha avuto per lo Stato un costo esorbitante pari a circa 9 miliardi di euro l’anno. “Il Pd ha reso necessaria la riforma presidenziale” ha aggiunto poi la Meloni. Silvio Berlusconi ribadisce la linea di Forza Italia in tema di giustizia. “Quando governeremo noi, le sentenze di assoluzione, di primo o di secondo grado, non saranno appellabili. Un cittadino – sottolinea il Cavaliere – una volta riconosciuto innocente, ha diritto di non essere perseguitato per sempre”.